Il video del rapimento del 15enne a San Giorgio a Cremano: il sequestro ripreso dalle telecamere

Una telecamera di sorveglianza ha ripreso le fasi del sequestro del 15enne, figlio di un imprenditore, rapito a San Giorgio a Cremano (Napoli) a scopo estorsivo: volevano un milione e mezzo di euro.
A cura di Nico Falco
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Il ragazzino afferrato per il collo, il rapitore che lo trascina verso l’automobile e lo spinge dentro; subito dopo, il titolare del bar che compare nell'inquadratura, guarda la scena, si volta e torna indietro. Una ventina di secondi di video, ripresi da una telecamera di sorveglianza, che mostrano il rapimento del 15enne sequestrato due giorni fa a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Sarà un sequestro lampo: verrà rilasciato poche ore dopo, mentre era ancora in corso la trattativa con la famiglia, grazie alla pressione investigativa della Polizia di Stato. Le immagini mostrate nel video sono quelle di via Margherita di Savoia, dove, intorno alle otto di martedì, il ragazzino è stato intercettato mentre andava a scuola.

Il 15enne rapito mentre andava a scuola

Lieto fine, ma ancora tanti interrogativi; il riscatto richiesto era di un milione e mezzo di euro e, mezz’ora dopo il rilascio, i poliziotti hanno fermato uno dei presunti rapitori; si tratta di un 24enne, origini straniere ma sempre vissuto nella provincia di Napoli, e che conosceva la famiglia: è un ex dipendente dell’’autolavaggio del padre del giovanissimo. Le operazioni della Polizia sono partite subito dopo il sequestro, l’allarme è stato lanciato dal titolare del bar e da un cliente che avevano assistito alla scena. Nel frattempo i rapitori avevano già contattato il padre del 15enne, imprenditore del Napoletano. Gli avevano scritto su whatsapp: non chiamare la polizia e non gli succederà nulla, questo il tenore.

Il rilascio nel pomeriggio, fermato ex dipendente del padre

Poi la trattativa, andata avanti per ore, sempre con la supervisione della Questura e della Direzione investigativa antimafia. E, nel primo pomeriggio, il rilascio con un ultimo accordo: il ragazzino sarebbe stato liberato, il padre avrebbe dovuto consegnare in serata parte del riscatto e, soprattutto, non sarebbe dovuto andare lui a recuperare il figlio perché sicuramente gli agenti lo avrebbero seguito. Poco dopo, il 15enne ha telefonato al padre col telefono di un passante: lo avevano lasciato in strada a Licola. Sette minuti dopo gli zii erano sul posto, scortati dai poliziotti in borghese. Il 24enne fermato poco dopo ha indicato l’abitazione di Barra dove aveva fatto da carceriere; gli investigatori hanno trovato la sedia e il nastro adesivo che avevano usato per tenere immobilizzato il ragazzino durante la trattativa.

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