Il vescovo di Napoli Battaglia dall’altare: “Gli stipendi delle donne gridano vendetta”
L'8 dicembre, la Festa dell'Immacolata Concezione, è tradizione che il vescovo di Napoli in piazza del Gesù o nell'omonima chiesa, tenga una omelia che parli della città e del mondo in cui viviamo. Don Mimmo Battaglia è stato autore in questi anni di meravigliose, gioiose o sofferte parole sulla città sulle sue eccellenze e sulle sue tragedie. Stavolta l'arcivescovo metropolita parla delle donne, dei femminicidi e del "gender gap", ovvero la differenza retributiva che in questo Paese è fortissima fra donne e uomini. Le sue parole sono al solito efficaci, potenti:
Affidiamo a Maria le donne che a causa della violenza e del sopruso hanno perso ogni speranza nel futuro, sentendosi tradite nell'intimo da chi un giorno aveva promesso di amarle e di custodirle.
Sii tu la loro consolazione, la carezza che conforta i loro visi ormai timorosi a causa di mani che non hanno offerto carezze delicate ma pugni dolenti.
Occorre cambiare sul serio mentalità, concretizzare il cambiamento. Non è forse ciò che tutti sentiamo come necessità dopo le tante notizie orribili che hanno attraversato le prime pagine dei giornali: notizie di violenze sulle donne, di possessività folle, di prevaricazione fisica e psicologica, di femminicidi.
Nel corso dell'omelia perla celebrazione dell'Immacolata, l'alto prelato ha chiesto a Maria di ridestare in queste donne «la fiducia e di donare loro di credere che c'è ancora possibilità di vita, di nuove primavere, di nuovi inizi perché l'amore del Figlio tuo fa nuove tutte le cose e fa germogliare i fiori perfino tra il grigiore dell'asfalto».
Poi il discorso è politico. Don Mimmo è l'unica istituzione di Napoli che in questi giorni ha parlato della differenza retributiva che a Napoli condanna le donne a guadagnare di meno per il solo fatto di essere donne:
le donne di Napoli che faticano più degli uomini a trovare spazio nel mondo del lavoro, donne costrette ad accontentarsi di stipendi che gridano vendetta: quante commesse sfruttate, quante donne impiegate nel lavoro nero, piaga della nostra città, quante giovani mandate via perché il loro grembo custodiva una nuova vita.