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Il Tar conferma scioglimento del Comune di Marano per camorra

Il Tar conferma lo scioglimento per camorra del Comune di Marano di Napoli: “Contatti ripetuti con soggetti appartenenti alla criminalità locale”.
A cura di Nico Falco
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Il Comune di Marano di Napoli
Il Comune di Marano di Napoli

Il provvedimento col quale è stato sciolto il Comune di Marano di Napoli per camorra "deve ritenersi pienamente legittimo, nel rispetto dei principi affermati dalla giurisprudenza". Lo scrive il Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso che era stato presentato dall'Amministrazione del Comune del Napoletano, con in testa l'ex sindaco Rodolfo Visconti, contro il decreto col quale il Presidente della Repubblica aveva disposto lo scioglimento per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.

"La relazione prefettizia, poi recepita dal provvedimento di scioglimento – scrivono ancora i giudici – ha riportato una serie di vicende significative di una notevole interferenza nella gestione pubblica da parte di soggetti collegato alla locale criminalità organizzata" e "le contestazioni contenute nel ricorso si palesano inidonee a confutare le valutazioni operate dall'Amministrazione".

Il Comune di Marano sciolto per camorra

Il decreto di scioglimento era stato firmato nel giugno 2021. E si trattava del quarto scioglimento di Marano per infiltrazione mafiosa: era già successo nel 1991, nel 2004 (in quella circostanza era stato poi reintegrato dal Tar) e, l'ultima volta, nel 2016. L'Amministrazione aveva presentato ricorso al Tar, che però ha considerato legittimo il provvedimento "essendo stata correttamente evidenziata la presenza di contatti ripetuti e collegati alle scelte gestorie dell'amministrazione comunale degli organi di vertice politico-amministrativo con soggetti appartenenti alla criminalità locale, e la completa inadeguatezza dello stesso vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di verifica nei confronti della burocrazia e dei gestori di pubblici servizi del Comune".

Per il Tar, in sostanza, "risulta esaustivamente argomentata, e ampiamente supportata dagli elementi emersi nel corso del procedimento, la valutazione della permeabilità dell'attività dell'ente rispetto a possibili ingerenze e pressioni da parte della criminalità organizzata specificamente individuata, senza che emerga alcun vizio logico o incongruità di tale valutazione".

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