Il Tar Campania alla Regione: entro lunedì depositi i documenti sui contagi per motivare la chiusura delle scuole
Entro le ore 11 di lunedì 10 gennaio la regione Campania dovrà consegnare al tribunale amministrativo tutta la documentazione che motiva la decisione di chiudere le scuole fino al 29 gennaio. Altrimenti l'ordinanza firmata dal Presidente Vincenzo De Luca potrebbe essere annullata.
È quanto si evince dal decreto emesso oggi dal Tribunale Amministrativo Regionale della Campania Sezione Quinta (presidente Maria Abruzzese) sul ricorso proposto dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci, che si oppongono alla decisione regionale di rimettere tutti gli studenti di materne, elementari e medie inferiori, in Dad.
Come già accaduto in passato la giustizia amministrativa chiede all'ente regionale di motivare adeguatamente la propria decisione:
Considerato che l’Ordinanza in questione, per quanto rileva, motiva l’esigenza della disposta sospensione facendo diffuso riferimento a dati, report e acquisizioni istruttorie non disponibili agli atti del giudizio che è opportuno, in ragione della rilevanza della questione, che vengano portati all’attenzione del giudicante fin dalla fase cautelare che ne occupa
Dunque, ai fini della decisione sull’istanza cautelare, la Regione Campania dovrà esibire in giudizio gli atti pertinenti e rilevanti a presupposto dell’ordinanza impugnata, nel contempo deducendo quant’altro utile ai fini della decisione
onde consentire la tempestiva delibazione della proposta istanza cautelare monocratica in tempi compatibili con la richiesta tutela urgente.
Non solo: dice il Tar che l'ente guidato da De Luca deve anche giustificare l’adozione dell’ordinanza impugnata in sostanziale concomitanza con l’entrata in vigore del decreto legge del 5 gennaio 2022 che individua, per quanto rileva, specifiche «modalità di erogazione dei servizi scolastici ed educativi e regolamenta anche gli adempimenti successivi all’eventuale accertamento di casi di positività in costanza di emergenza pandemica».
Anche il governo ieri aveva fatto sapere di voler impugnare il provvedimento regionale: per avviare l'atto e dunque sancire il conflitto fra Stato e Regione non c'è nemmeno bisogno di un provvedimento da far passare in consiglio dei ministri.