Il sito dei prof svizzeri fa arrabbiare tutti: “Napoli sommersa dalla spazzatura”

Il sito internet è quello del Centro di risorse didattiche e digitali del Canton Ticino, in Svizzera, «repubblica democratica di cultura e lingua italiane» per Costituzione, dove si parla la lingua italiana e dove tantissimi sono ovviamente gli italiani emigrati nella Confederazione elvetica. Sul portale, che gestisce materiali didattici destinati ai docenti, c'è un documento che ha fatto infuriare i napoletani del Movimento Neoborbonico. Motivo? «Fra gli esercizi di grammatica proposti agli allievi risulta un passaggio decisamente discriminatorio», dicono.
E qual è il passaggio "incriminato"? In un esercizio di lingua italiana, se da un treno olandese si vedono i tulipani e da un treno turco le moschee, da un «treno napoletano» invece, dal finestrino, così c'è scritto «vedo un sacco di spazzatura che sommerge la città».
Il movimento identitario ha inviato una nota di protesta all'ufficio istruzione del Canton Ticino: «Nessun riferimento ai tanti monumenti della città o ai tanti prodotti-simboli famosi nel mondo ma un becero riferimento ad una emergenza vecchia, superata e tra l'altro diffusa in tanti città europee – si legge nella missiva -. Tanto più grave questa discriminazione se si pensa che questi materiali sono rivolti a docenti e allievi».
L'esercizio rimosso dal portale svizzero
Il Corriere del Ticino, uno dei principali giornali del Cantone, ha sentito la referente della Sezione dell'insegnamento medio sulla vicenda. In pratica, dopo la bufera l'esercizio è stato rimosso dal portale:
Il documento citato appartiene a un eserciziario legato alla grammatica valenziale, uno dei primi presentati ai docenti e alle docenti come applicazione della valenziale all’analisi del periodo.
Il testo risale a 10 anni fa e non è più in uso.Il passaggio citato è inserito in una serie di frasi stereotipate che presentano treni di diversi Paesi e città, frasi certamente infelici, sfuggite alle correzioni degli esperti e delle esperte di italiano. Ce ne scusiamo.