Il ritorno di Mastursi (dopo la condanna) alla corte di De Luca: è capo della segreteria
A volte ritornano. Nello Mastursi torna capo della segreteria di Vincenzo De Luca alla Regione Campania. Si tratta del fedelissimo del politico salernitano, già condannato in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione per il reato di induzione indebita. Motivo? Il numero uno della segreteria di Palazzo Santa Lucia tentò di corrompere un giudice che doveva giudicare lo stesso De Luca. Mastursi è stato l'uomo che durante le ultime Elezioni Regionali che hanno visto trionfare l'attuale governatore, eletto a settembre con il 70% dei consensi, ha composto pazientemente le liste a sostegno dell'ex sindaco di Salerno
Con lui, una carrellata di trombati della politica e di fedelissimi alla corte di don Vincenzo. Il piano alto, ovvero l'ufficio del capo di gabinetto, è affidato a a Maurizio Borgo, uscente segretario generale alla Regione Calabria. Vicario confermata Maria Grazia Falciatore. Capo dell'ufficio legislativo del presidente è Alfonso Celotto, di Castellammare e già capo di gabinetto e capo Ufficio legislativo dei ministri Bonino, Calderoli, Tremonti, Barca, Trigilia, Guidi e Giulia Grillo. Bruno Cesario confermato alla guida del Cerimoniale così come Teresa Di Marino (responsabile della segreteria).
Poi, una serie di incarichi a consiglieri regionali del Partito Democratico non eletti: Antonio Marciano (attuazione del programma e rapporti col Consiglio regionale); Enza Amato (consigliere del presidente edilizia pubblica); Stefano Graziano (aree interne) e Rosetta D'Amelio (pari opportunità). Per ora fuori Gianluca Daniele e Nicola Marrazzo che potrebbero però puntare sulle aziende partecipate della Regione Campania, mentre Antonella Ciaramella sarà il capo di gabinetto dell’assessore Armida Filippelli.
Claudio Postiglione, Giuseppe Polverino e Giuseppe Muro, tre dei quattro vigili urbani/autisti che Vincenzo De Luca si portò da Salerno hanno avuto incarichi di «responsabili presso la segreteria del presidente» con le strutture regionali, con il consiglio regionale e con i consiglieri regionali.
Non mancano le polemiche: "Come sempre siamo stati facili profeti. Avevamo anticipato quello che sarebbe successo, ed è accaduto: l'harem di De Luca ormai cresce a dismisura, è diventato gigante" attacca Lorenzo Medici, di Cisl Funzione Pubblica Campania. "Con i soldi dei cittadini – sottolinea – si saldano i debiti elettorali. Entrano nello staff 4 candidati del Pd non eletti alle Regionali e l'ex segretario particolare, che si riappropria del ruolo che dovette lasciare per vicende giudiziarie. Nessun giudizio sui nomi, ma se si utilizzano espressioni dei partiti in forza del contributo di esperienza che possono portare lo si fa a costo zero, a titolo gratuito, senza gravare sulle spalle della gente per 5 anni. Altrimenti, anziché fare una cosa buona si perpetua solo la clientela".
"Appena qualche anno fa De Luca per tentare di differenziare la propria posizione processuale da quella di Mastursi dichiarava: Mastursi chi? Se qualcuno ha sbagliato è stato lui" – ha dichiarato Fulvio Martusciello europarlamentare di Forza Italia. "A distanza di qualche anno e ad intervenuto patteggiamento, ecco che de Luca richiama e assume il condannato Mastursi. Si perché se a qualcuno è sfuggito, Mastursi è un condannato reo confesso. Se a questa nomina ci si aggiunge i 3 vigili urbani di Salerno, e l'esercito dei non eletti elevati a classe dirigente, si comprende che la segreteria del presidente della regione Campania diventa un luogo a metà tra il lazzaretto e la grotta di Massabielle a Lourdes" – conclude Martusciello.