“Il Pulcinella di Pesce va rimosso, è simbolo di patriarcato”: lettera di 200 donne al sindaco di Napoli
"Il Pulcinella di Gaetano Pesce ha un carattere sfacciatamente fallico. È simbolo della dittatura patriarcale. Ne chiediamo l’immediata rimozione e chiediamo anche che si costituisca una consulta comunale femminile sulle scelte culturali e sociali della città di Napoli, di fronte al materializzarsi di scelte malfatte tipicamente maschili e sessiste che comunque impongono costi per la comunità fatta di donne e di uomini". È il contenuto di una lettera firmata in poche ore da oltre cittadini, in prevalenza donne, e associazioni indirizzata al sindaco Gaetano Manfredi.
La missiva è stata pubblicata sulla pagina Associazione Terra di Lei. Tra i firmatari anche Differenza Femminile, Associazione UDI Napoli, Associazione MovimentiAMOci, Associazione Femministorie, Comitato Madri Unite, Movimento per i diritti delle donne: "Napoli tutta e le donne di Napoli in particolare non meritano questo. ‘Na cosa grand' è stato proprio questo Grande Errore".
La replica: "È il contrario. È un Pulcinella ermafrodita"
Nel mirino, l'opera “Tu si ‘na cosa grande” di Gaetano Pesce. In questi giorni si sono scatenati sul web i meme e i commenti ironici sulla forma fallica dell'opera di Gaetano Pesce, il designer di fama mondiale scomparso a New York il 3 aprile scorso. L'opera, come rivelato da Fanpage.it, è costata circa 200mila euro.
Il Comune ha invece spiegato il significato della scultura che “recepisce e sottolinea molti temi ricorrenti nella poetica del lavoro dell’artista (il femminile come motore del progetto, l’estetica dell’imperfetto, l’attenzione al corpo e alla sua centralità), riuscendo a metterne in rilievo anche il valore specificatamente personale e autobiografico, oltre all’indiscutibile attaccamento affettivo alla città di Napoli”.
A Fanpage.it, la curatrice dell'opera Silvana Annichiarico ha spiegato: “Una delle tematiche principali di Gaetano Pesce sarebbe proprio la “preminenza del femminile sul maschile. La veste tutta colorata e variopinta ci racconta che pulcinella ha mille identità – spiega – c’è una lettura che dice che pulcinella è anche ermafrodita, e qui c’è un pulcinella senza testa. Nella testa è concentrata tutta la parte maschile e lui gliel'ha tagliata per evidenziare la parte femminile".
La lettera al sindaco Manfredi
Egregio Sig. Sindaco, Le scrivono alcune donne di Napoli. Non sarà sfuggita l’ondata di ironia anzi di ludibrio generale sulla installazione a firma di Gaetano Pesce, da lui denominata “Tu si ‘na cosa grande”, esposta dall’8 ottobre 2024 in Piazza Municipio, per volontà e cura del Comune di Napoli.
È generale ammissione il carattere sfacciatamente fallico della struttura, eretta con tanto di sistema venoso e corpi cavernosi evidenziati dalla illuminazione, orgogliosa di sé e della sua potenza. Neanche è lontanamente evocativa del mite e saggio Pulcinella.Gli uomini stessi non ne hanno tratto molto piacere, provando persino imbarazzo nell’ essere rappresentati dal discutibile orgoglio virile nelle forme delle vecchie e tragiche storie italiche, a parte qualche spennellata correttiva di pop art.
Ma siamo interessate soprattutto a noi stesse. Le donne non possono accettare questo trionfo della misoginia fallocratica dopo secoli trascorsi a destrutturare potere e cultura maschiocentrica e patriarcale. Non ce ne voglia la buonanima di Gaetano Pesce, che Vittorio Sgarbi nel suo ricordo del 6 aprile definiva costruttore di forme: questa forma qui è il simbolo fondativo della dittatura patriarcale e il patriarcato è la religione del fallo, del maschile e del potere costruito sulla sua sessualità. Il segno del primato del fallo, come lo definiva Freud, è la rappresentazione dei rapporti di forza tra uomo e donna, stabilisce una gerarchia incontestabile, basata sulla forza, la sovranità, il dominio.
"Subito una consulta femminile sulla Cultura"
Quindi, una richiesta all'amministrazione Manfredi, con la rimozione della statua e l'istituzione di una consulta femminile sulla cultura:
Lo diciamo con le riflessioni della filosofa Adriana Cavarero: la creazione stereotipata della rettitudine del maschile è la destinazione all’inclinazione del femminile. Noi non ci stiamo. Se si alimenta una cultura dominante maschile si alimenta anche la cultura della violenza.
Non è di questo che abbiamo bisogno soprattutto in questi tragici tempi in cui il maschile balbetta di fronte ai femminicidi e alle barbarie della guerra
La struttura rappresenta tutto ciò senza infingimenti e la sua esposizione in una delle piazze principali della città, piazza Municipio, impone una visione inaccettabile alle donne di Napoli e a quante/i la guarderanno.
È per noi un affronto al femminile. Ne chiediamo l’immediata rimozione e chiediamo anche che si costituisca una consulta comunale femminile sulle scelte culturali e sociali della città di Napoli, di fronte al materializzarsi di scelte malfatte tipicamente maschili e sessiste che comunque impongono costi per la comunità fatta di donne e di uomini.