Il Porto di Napoli avrà le banchine elettrificate per le navi da crociera e un nuovo parcheggio sotterraneo
Il Porto di Napoli avrà le banchine elettrificate entro il 2026. Ci saranno tre attracchi alla Stazione Marittima per le navi da crociera, sul molo Angioino, a quanto apprende Fanpage.it, con potenza 45 MegaWatt, per ricaricare contemporaneamente fino a tre navi. Costo dell'operazione: 26,8 milioni di euro dal Fondo Complementare del PNRR. È il progetto del cold ironing dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (AdSP MTC), attualmente in fase di progettazione esecutiva. È stata individuata l'impresa tramite un accordo quadro, tramite affidamento in appalto integrato (progetto esecutivo e realizzazione). Sono previsti due anni di lavori. L'infrastruttura dovrebbe essere pronta entro il 2026.
Al Porto di Salerno ci sarà un attracco alla Stazione Marittima delle crociere sul molo Manfredi. La potenza erogata sarà di 20 MW e potrà alimentare una nave alla volta. Il costo, in questo caso, è di 19,8 milioni di euro.
I treni entreranno nella Darsena di Levante
Ma non finisce qui. I prossimi cantieri che verranno avviati nel prossimi due mesi prevedono la realizzazione di un allaccio ferroviario della Darsena di Levante del porto di Napoli, futuro grande terminal container che si trova verso San Giovanni, all'altezza dell'area di Vigliena. Il tombamento della cassa di colmata della Darsena di Levante, con ultimazione della banchina e l'avvio cantieri parcheggio sotterraneo nell'area dei Magazzini Generali. La realizzazione della ferrovia interna sarà fondamentale per ridurre il traffico su gomma e favorire la mobilità sostenibile.
Le banchine elettrificate entro il 2026
I lavori per l'elettrificazione delle banchine sono ormai in procinto di partire. Il cantiere, a quanto apprende Fanpage.it, è stato consegnato. Essendo un appalto integrato, l'impresa deve perfezionare il progetto esecutivo e poi inizieranno i lavori. I tempi restano confermati al 2026. Attualmente le navi da crociera sostano, ormeggiate, al Porto con i motori accesi. L'elettrificazione delle banchine (che sfrutta la tecnologia del cold ironing o onshore power supply) consentirà di ridurre le emissioni di gas.
Il progetto di elettrificazione delle banchine risponde alle elevate esigenze energetiche delle grandi navi, che necessitano di 10-15 megawatt di energia al giorno ciascuna. In collaborazione con Enel Distribuzione, è già in corso la progettazione di una cabina primaria nell’ex edificio Solla, che ospiterà due trasformatori, con l’obiettivo di concludere i lavori entro giugno 2026. La cabina permetterà l’elettrificazione del Molo Angioino, dove attraccano le navi da crociera, e consentirà di alimentare fino a tre ormeggi, con possibilità di servire due navi contemporaneamente.
La fase di progettazione esecutiva è in stato avanzato, con una prima stesura già in verifica. L’avvio dei lavori è previsto per gennaio, con un investimento aggiuntivo di 7 milioni di euro, oltre ai fondi PNRR.
Una nave in sosta in un porto, infatti, durante le operazioni di carico e scarico della merce, tiene accesi i motori ausiliari che consumano gasolio marittimo, emettendo così in porto e verso la città una quantità considerevole di gas serra. Sono motori che devono restare accesi durante la sosta in porto per garantire il funzionamento della nave.
L'elettrificazione delle banchine portuali consente alle navi in sosta nei porti di allacciarsi alla corrente di terra, permettendo così alla nave di spegnere i motori di bordo e non emettere più gas serra durante le soste. Il cold ironing è una tecnologia molto recente e attualmente operativa in pochi porti del mondo, circa il 2 per cento, per via del fatto che l'alimentazione di una nave in sosta richiede un'enorme quantità di energia, superiore a quella richiesta, per esempio, da un condominio.
Il problema non risiede però nell'erogazione in sé di questa energia quanto nel carico dei costi, estremamente più alti rispetto a far girare un motore ausiliare a gasolio. In poche parole, la “bolletta” del cold ironing è salatissima. Chi se ne fa carico? Le sole compagnie marittime non possono farsi carico del costo di tutta questa energia, tenendo conto che l'alternativa c'è e si chiama motore ausiliare a gasolio. In conclusione, la criticità del cold ironing risiede nella gestione dei costi più che nella tecnologia in sé, relativamente semplice. Riesce a funzionare, perciò, solo nei porti dove l'autorità portuale (a gestione pubblica, privata o mista) si fa carico di una parte di questi costi abbattendo così la “bolletta” al consumatore finale, la nave.
Attualmente, solo il 5% delle navi è attrezzato per ricevere energia elettrica dalla banchina, ma il progetto si inserisce nella strategia di promuovere fonti energetiche rinnovabili, sfruttando la facilità di connessione alle reti alternative e la possibilità di creare comunità energetiche portuali e nelle vicinanze, in modo da coprire il fabbisogno delle grandi navi e di altre strutture portuali.
Centraline Arpac al Porto per monitorare lo smog
La Commissione Ambiente, presieduta da Carlo Migliaccio, ha incontrato i rappresentanti dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, con la presenza del Segretario Generale Giuseppe Grimaldi, e i tecnici comunali per discutere il progetto di elettrificazione delle banchine del porto. Grimaldi ha illustrato le misure in atto, a partire dalla convenzione con ARPAC che, grazie all'installazione di due centraline, consentirà entro un anno di avere dati certi sulla qualità dell’aria. L’area portuale, infatti, vede il transito non solo di navi da crociera, ma anche di circa 30mila automobili e 1.500 tir giornalieri nei periodi di maggior affluenza.
Traghetti per Sicilia e Sardegna e l'ipotesi dell'Acquario
Nel 2026 scadrà su questo terminal la concessione di Grandi Navi Veloci (GNV), la compagnia di navigazione del Gruppo Grimaldi che gestisce i traghetti per la Sicilia e la Sardegna. Si va verso il rinnovo. Sullo sfondo, un'ipotesi suggestiva. In futuro, se si potesse spostare il terminal verso la zona orientale, in prossimità dell'ingresso dell'Autostrada, con facile accesso da quest'ultima, si andrebbe a creare contemporaneamente un waterfront continuo che dal Molo Beverello arriva all'Immacolatella Vecchia, senza soluzione di continuità. Si tratta solo di una suggestione, è bene precisarlo, al momento non è un'ipotesi di cui si parla. Per realizzarla, infatti, servirebbe una modifica del piano regolatore portuale e poi bisognerebbe liberare lo spazio. Lavori, insomma, sicuramente impattanti e di durata non breve.
Altra suggestione, pure ventilata negli ultimi mesi, è quella di realizzare un Acquario turistico, sul modello di quello di Genova, all'interno del Porto. Si tratta solo di un'idea, al momento, è bene precisare. Il palazzo dove dovrebbe sorgere si trova all'interno di un terminal traghetti per la movimentazione di rotabili, cioè mezzi pesanti. Gli ordini di grandezza e di problemi sarebbero due: gli alti costi di ristrutturazione, messa in sicurezza e agibilità del palazzo, valutati tra i 20 e i 40 milioni di euro, nonché la criticità logistica di un palazzo storico, da aprire al pubblico, dentro un terminal portuale gestito da un privato.