Il piano De Luca sui Campi Flegrei: fare quel che fece col Covid: bollettini, dirette web e attacchi al governo
Prima di parlare dei Campi Flegrei occorre fare un passo indietro. Anno 2019: il destino di Vincenzo De Luca sembra scritto. Il Partito Democratico non vuole ricandidarlo, gli alleati pensano ad un nuovo nome per la Regione Campania. Nel 2020 c'è la pandemia di Covid. E cambia il quadro. De Luca è bravo a prendere in mano la situazione e porsi come voce e interlocutore dei cittadini, diventa punto di riferimento anche nazionale. La sua ricandidatura non viene messa più in discussione, la sua rielezione è pressoché scontata.
Il quadro è necessario per capire quel che accade oggi. Vincenzo De Luca è per legge (ma lui sostiene di no) non ricandidabile per un terzo mandato da presidente della Regione Campania. Il Partito Democratico di Elly Schein non vuole lui alle prossime Regionali 2025. Questo è un territorio dalle mille emergenze, quella odierna è rappresentata dall'aumento dei terremoti connessi alla crisi bradisismica dei Campi Flegrei.
E sui Campi Flegrei e sull'ansia da terremoto, sugli sfollati che a Pozzuoli ci sono (e si teme aumenteranno se vi saranno nuove scosse) De Luca vuole ricalcare il modello Covid: porsi come referente istituzionale forte, autorevole e soprattutto unico, ovvero demolendo ogni credibilità degli altri soggetti , a partire ovviamente dal governo. Oggi, nel corso della diretta Facebook ha annunciato: «Vogliamo trasmettere, magari due volte alla settimana, un bollettino nostro con le informazioni aggiornate sulla situazione sismica dei Campi Flegrei. Diamo ai cittadini un elemento di certezza perché nei giorni scorsi sono rimbalzate informazioni a volte non attendibili, la gente era disorientata. Ovviamente l'informazione che daremo arriva dalle strutture scientifiche che stanno monitorando la situazione».
La Protezione civile della Regione Campania, fa sapere De Luca, ha stipulato un accordo con Federalberghi per una disponibilità, in caso di necessità, augurandoci che non ce ne sia bisogno, «di quasi 30mila posti letto negli alberghi della nostra regione, soprattutto tra Napoli e Caserta». Nell'area – dice «c'è una richiesta di 1.300 verifiche tecniche da eseguire sugli edifici. Ed è evidente che i Comuni non hanno le forze per fare questi sopralluoghi» Per questo chiede che arrivino tecnici anche della Protezione civile nazionale o delle Protezioni civili delle varie regioni d'Italia per far fronte in tempi più rapidi alla richiesta di sopralluoghi.
E ancora: gli ospedali dell'area flegrea: «Non è stato attivato il piano di emergenza sanitaria che abbiamo elaborato mesi fa in caso di caso di emergenza assoluta, cioè di sgombero della popolazione. Quel piano non è stato assolutamente attivato perché non vi è stato motivo. Nell'ospedale di Pozzuoli sono in corso lavori per 12 milioni di euro, ma non è bloccato nessun intervento».
È sul sismabonus e sui fondi coesione e sviluppo che si consuma l'attacco al governo Meloni: «Noi abbiamo chiesto da mesi al governo di equiparare il trattamento dei nostri concittadini al trattamento che è stato riservato ai cittadini italiani del Centro che sono stati colpiti dal terremoto. La cosa incredibile è che per quanto riguarda le aree del Centro è stato erogato il sismabonus, per quanto riguarda il Sud, Ischia, i territori colpiti anche dagli eventi recenti, il governo nazionale ribadisce che non intende introdurre nessun sismabonus».
E conclude: «Nel piano di sviluppo e coesione ci sono investimenti per quasi un centinaio di milioni di euro, solo per i comuni di Pozzuoli e Bacoli prevedevamo cinque interventi. Avremmo potuto già realizzarli se non avessimo perduto un anno di tempo dietro al ministro Fitto e al governo nazionale».