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Il pentito: “Vendevamo cocaina nell’ospedale San Giovanni Bosco. Medici e infermieri tra i clienti”

Un collaboratore di giustizia racconta come il San Giovanni Bosco veniva usato dai Contini: una piazza di spaccio era in funzione addirittura all’interno dell’ospedale.
A cura di Nico Falco
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L'ospedale San Giovanni Bosco
L'ospedale San Giovanni Bosco

Il San Giovanni Bosco, oltre a essere sfruttato per ogni genere di truffa, per manipolare l'erogazione di prestazioni sanitarie e come magazzino da cui prelevare merce e prodotti ospedalieri gratis, fungeva anche da copertura per una piazza di spaccio del clan Contini, e tra i clienti che acquistavano lì la cocaina c'erano anche medici e infermieri. Vicenda estremamente delicata, che è stata raccontata da un collaboratore di giustizia della cosca di San Giovanniello; le dichiarazioni, per le quali al momento non ci sarebbe riscontro investigativo, sono quelle di Teodoro De Rosa, datate 12 ottobre 2020. Questa mattina è scattato il blitz dei carabinieri: 11 arresti nel clan di "Eduardo ‘o Romano".

Il controllo del clan sul San Giovanni Bosco

Le dichiarazioni del pentito, dice lui stesso, sono riferite all' "ultimo periodo in cui eravamo ancora presenti presso l'ospedale", quindi presumibilmente prima del 2019, anno in cui ci fu il precedente maxiblitz contro la cosca.

Le regole del clan, spiega, imponevano che non ci fossero delle piazze di spaccio all'interno del Rione Amicizia, area storicamente controllata dai Contini, ma le cose cambiarono quando al vertice arrivò Ettore Bosti, figlio di Patrizio Bosti "‘o Patrizio".

 Cocaina in ospedale, tra i clienti medici e infermieri

Prima, dice De Rosa, "le piazze di spaccio del clan utilizzavano l'ospedale per fare le cessioni, mandavano gli acquirenti all'interno dell'ospedale". Successivamente la piazza di spaccio era stata spostata direttamente all'interno del San Giovanni Bosco; "si vendeva solo cocaina", aggiunge, "alcuni medici e infermieri fanno uso di tale sostanza".

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