Il pentito: “Servizi Segreti proposero accordo alla camorra: fate affari ma senza morti”
I Servizi Segreti avrebbero proposto un accordo ai boss storici della camorra napoletana, proponendo di continuare a gestire i traffici illeciti ma senza commettere omicidi. È quello che ha raccontato il collaboratore di giustizia Maurizio Ferraiuolo, nipote dell'ex boss Raffaele Stolder e in passato legato proprio al clan dello zio, collegato a quello dei Giuliano di Forcella, nel centro di Napoli. Le dichiarazioni sono sono state rilasciate in carcere il 12 luglio 2013 e si riferiscono al 2007, quando Stolder era stato da poco scarcerato.
Maurizio Ferraiuolo era stato arrestato il 14 giugno 2012, all'epoca guidava il clan che portava il suo nome, attivo nella zona della Maddalena; fu bloccato dai carabinieri sul tetto di un palazzo di Casoria, dove si era arrampicato, ormai braccato, come ultimo tentativo di sfuggire alle manette, ma vistosi in trappola si arrese. Un anno dopo Ferraiuolo aveva raccontato che lo zio, Raffaele Stolder, poco dopo la scarcerazione era stato prelevato dai Servizi Segreti e portato in un ristorante di Salerno, dove gli era stato proposto una sorta di accordo: come capo di un clan storico avrebbe dovuto tenere a bada i cani sciolti, evitando che venissero commessi omicidi, e in cambio avrebbe potuto controllare gli affari illeciti.
Il collaboratore di giustizia aveva spiegato di avere appreso di quella circostanza da altre persone e aveva aggiunto di aver saputo che la stessa proposta fu fatta anche a Peppe Misso (all'anagrafe Giuseppe Missi, ex camorrista del Rione Sanità e oggi anche lui collaboratore di giustizia). L'accordo con Stolder però non ebbe seguito: sempre a quanto riferisce Ferraiuolo, lo zio avrebbe risposto che "dopo tanti anni di carcere non era più il capo camorra e che voleva riprendere a fare il ladro come faceva da ragazzo".