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Il nuovo comandante dei Carabinieri Scandone: “Napoli complicata ma bellissima, felice di essere qui”

Si è insediato a Napoli il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri: il generale di Brigata Enrico Scandone succede al pari grado Canio Giuseppe La Gala. Nato a Torino 52 anni fa, ma con origini campane, Scandone parla di Napoli come una “città complicata ma bellissima”, e si dice “felicissimo” della responsabilità datagli dal Comando Generale.
A cura di Nico Falco
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Una città "impegnativa, complicata ma bellissima", con tanti aspetti da valorizzare che vanno ben oltre le criticità. Parla così di Napoli il generale Enrico Scandone, dal 2 agosto Comandante Provinciale dei Carabinieri, successore del generale Canio Giuseppe La Gala. A Napoli il generale di Brigata ci era già stato, ma da turista, ora si appresta a viverla come carabiniere e cittadino. "Tutti i miei predecessori mi hanno detto di essere andati via con un importante arricchimento umano e professionale – dice – e sono certo che Napoli arricchirà anche me perché, se è vero che ha molti problemi, che non dobbiamo negare, è anche vero che ha un patrimonio umano e culturale importantissimo".

Nato 52 anni fa a Torino, ma con origini campane (e imparentato col giornalista e militare Felice Scandone, a cui è intitolata la piscina), il generale di Brigata si dice "felicissimo" della responsabilità a lui data dal Comando Generale. E Napoli è una tappa ideale: ha iniziato la carriera militare in Piemonte, dove è nata l'Arma, l'ha portata avanti a Palermo, dove il sacrificio dei carabinieri è stato enorme nella lotta a Cosa Nostra, e la prosegue a Napoli, città che diede i natali al martire Salvo d'Acquisto.

Alla guida del Comando Provinciale di Napoli Scandone dovrà coordinare circa 3.600 carabinieri e affrontare un territorio dove le criticità non mancano. "Il mio predecessore – continua Scandone – ha messo questa macchina su dei binari bellissimi, tutti stanno lavorando e sono tutti orientati alla vicinanza con la cittadinanza e alla quotidianità del nostro impegno sul territorio. Il lavoro di squadra, anche con le altre istituzioni e con le realtà del territorio, è fondamentale".

Controlli operativi, repressione ove necessario, ma anche, e soprattutto, vicinanza umana con la popolazione, supporto a chi è in difficoltà che vada ben oltre le operazioni di polizia. "Il nostro compito – dice – è stare vicino ai cittadini, garantire la loro sicurezza e poi intervenire per la repressione dei fenomeni criminali che purtroppo sono evidenti e aggressivi. Credo fortemente nell'importanza del presidio del territorio, a cui va aggiunto lo sforzo investigativo per estirpare ogni forma di criminalità organizzata. La prevenzione viene però prima".

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