Il narcos Imperiale resta in carcere a Dubai: respinta la richiesta di estradizione
Per gli Emirati Arabi è un apprezzato imprenditore, residente da anni a Dubai. Per gli inquirenti italiani, invece, è uno dei broker della droga più influenti del mondo, inquadrato ai vertici del clan Amato-Pagano e in grado di trattare da pari coi signori della droga sudamericani. Le due facce di Raffaele Imperiale, al centro di un braccio di ferro tra la Procura e le autorità arabe: la richiesta di estradizione presentata mesi fa è stata respinta, "Lello Ferrarelle" resta in carcere a Dubai e non verrà per il momento trasferito in Italia.
Imperiale era stato arrestato nell'agosto scorso. La notizia, prima di arrivare in Italia, era esplosa ad Amsterdam. E non è stato un caso: l'uomo avrebbe importanti appoggi in Belgio e in Olanda e sarebbe in collegamento coi clan della "mocro maffia", la macro organizzazione che controlla gran parte del traffico di cocaina e droghe sintetiche in Europa con l'appoggio dei cartelli colombiani.
Dopo l'arresto la Procura di Napoli, e quindi il ministero della Giustizia italiano, aveva presentato richiesta di estradizione per due ordinanze cautelari: la prima riguarda la sentenza di condanna per narcotraffico, l'altra è invece legata a un ordine di arresto più recente e riguarda le indagini della Squadra Mobile di Napoli sul ruolo di Imperiale nei clan di camorra napoletani; in particolare, secondo il collaboratore di giustizia Biagio Esposito, Imperiale era fondamentale per la stessa sopravvivenza del clan Amato-Pagano, gli Scissionisti: riforniva l'organizzazione criminale con carichi fino a 400 chili di cocaina alla volta, che veniva spacciata a Secondigliano. La decisione di rigettare la richiesta (anticipata da Il Mattino) risale a pochi giorni fa, per ora non sono state fornite motivazioni.