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Il narcos Imperiale: “Feci venire Mauriello a Dubai dopo controllo nei sistemi Interpol”

Raffaele Imperiale ha raccontato il suo rapporto con Raffaele Mauriello: “Mi venne affidato dal padre, c’era il rischio che venisse ammazzato”.
A cura di Nico Falco
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Raffaele Mauriello
Raffaele Mauriello

Raffaele Mauriello, tra i principali collaboratori di Raffaele Imperiale, sarebbe entrato nell'organizzazione del narcotraffico internazionale nell'agosto 2016, affidato al broker della droga dal padre, il boss Ciro Mauriello, ex reggente degli Amato-Pagano. Lo racconta Imperiale, da poco ufficialmente collaboratore di giustizia, che dice di avere fatto effettuare un controllo nei sistemi Interpol per vedere se fosse stata emessa una ordinanza nei confronti del ragazzo. Nei giorni scorsi la Procura di Napoli ha depositato 6 verbali (4 di Imperiale, uno del socio Bruno Carbone e l'ultimo di Raffaele Mauriello, ma al momento solo "Lelluccio Ferrarelle" ha avviato un percorso di collaborazione con la Giustizia).

"Feci controllare nei sistemi Interpol, gli dissi di venire a Dubai"

Col tempo Raffaele Mauriello sarebbe arrivato a gestire, per conto dell'organizzazione, i rapporti con uno dei clan del Rione Traiano e con un broker di Secondigliano che acquistava mensilmente tra gli 80 e i 100 chili di cocaina. "É stato inserito nel mio gruppo quando era in Spagna in vacanza, e venne a sapere di avere una ordinanza a suo carico – racconta Imperiale – al che feci fare un controllo nei sistemi Interpol, tramite un amico marocchino, non aveva ancora l'ordinanza e gli dissi di venire immediatamente a Dubai".

All'epoca il giovane di Melito, classe '89, era ritenuto responsabile soltanto dell'omicidio di Fabio Cafasso, ucciso il 21 dicembre 2011 per il controllo dello spaccio di droga nella cosiddetta "Cianfa di Cavallo" di Scampia. Nel 2018 è stata emessa una seconda ordinanza, sempre per omicidio: è accusato di avere ucciso Andrea Castello il 14 marzo 2014 a Casandrino. "Quando venne a Dubai era uno scugnizzo di Secondigliano, ho dovuto lavorare molto su di lui per farlo adattare all'ambiente di Dubai – continua Imperiale – mi venne affidato dal padre, c'era il rischio che venisse ammazzato".

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