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Il narcos Imperiale e i 600 chili di cocaina per Sidney: carico perso e fine degli affari con gli australiani

Durante l’interrogatorio Raffaele Imperiale ha raccontato della spedizione fallita in Australia, spiegando che era un rischio calcolato che non fermò la sua attività.
A cura di Nico Falco
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Raffaele Imperiale al momento dell'arresto
Raffaele Imperiale al momento dell'arresto

Quando si movimentano una decina di tonnellate di cocaina all'anno, è fisiologico perderne un paio; ma i guadagni compensano ampiamente il rischio, specie per il mercato australiano, dove l'investimento frutta fino a dieci volte: ragionamenti da imprenditore navigato, quelli del narcos Raffaele Imperiale, durante l'interrogatorio che si è svolto ieri nel Tribunale di Napoli. Collegato in videoconferenza dal carcere dove è detenuto, "Lello Ferrarelle" ha risposto alle domande del sostituto procuratore Maurizio De Marco illustrando il tentativo di conquistare il mercato degli stupefacenti australiano, conclusosi però con la perdita di 600 chili di cocaina.

Il carico di 600 chili di cocaina per l'Australia

Imperiale, che nell'ottica di collaborazione con la giustizia fece già ritrovare due quadri di Van Gogh e di recente ha consegnato alle autorità italiane un'isola a Dubai, ha indicato come suo complice per il trasferimento di droga in Australia l'imprenditore Giovanni Fontana, ex presidente del Villa Literno Calcio, che si sarebbe occupato di organizzare la spedizione e avrebbe intascato 500mila euro. L'operazione, però, si rivelò un fallimento: il carico venne perso, non si sa dove né come. Secondo Imperiale i due container che contenevano la droga potrebbero essere scomparsi a Napoli o a Gioia Tauro, dove la nave che li trasportava fece scalo prima di ripartire alla volta di Sidney.

La fine degli affari con gli australiani

Imperiale ha raccontato che il mercato australiano è particolarmente redditizio: a fronte di un investimento tra 7-8 milioni è possibile incassarne anche 90. I trasferimenti di droga, ha raccontato il narcos, venivano organizzati sempre insieme ad altri soci, in modo da ammortizzare le eventuali perdite: dei 600 chili inviati in Australia, 200 erano suoi e gli altri 400 erano stati acquistati dagli australiani, che avevano pagato in anticipo 14 milioni di euro.

La spedizione risalirebbe al gennaio 2021 e la sua sparizione avrebbe segnato la fine di qualsiasi tentativo del broker di portare la cocaina in Australia. Imperiale ha però spiegato che non era stata un freno per la sua attività, e che era anzi un rischio previsto: già in altre occasioni, ha aggiunto, gli era capitato di perdere dei grossi carichi di cocaina, anche a Gioia Tauro, dove complessivamente era sparita una tonnellata e mezza di droga.

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