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Il narcos Bruno Carbone: “Sono grato all’Italia, i Servizi Segreti mi hanno salvato dai jihadisti”

Il broker della droga Carbone, interrogato nel processo a Raffaele Imperiale, ha raccontato i retroscena del suo arresto a Dubai.
A cura di Nico Falco
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Bruno Carbone
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"Sono grato all'Italia": così il broker internazionale della droga Bruno Carbone, ex socio di Raffaele Imperiale e oggi come lui collaboratore di giustizia, nel raccontare ulteriori particolari della sua fuga da Dubai e del suo sequestro. Davanti ai giudici della settima sezione penale (presidente Marta Di Stefano) e al sostituto procuratore Maurizio De Marco, il narcotrafficante ha risposto alle domande degli avvocati del collegio difensivo nel corso di una udienza del processo che vede imputato "Lello Ferrarelle" e i suoi complici.

"Sono stato liberato grazie a un accordo, credo coi servizi segreti – ha detto Carbone – un accordo con i jihadisti che mi hanno sequestrato: sono grato all'Italia". L'uomo ammette di non essere a conoscenza di tutti i particolari che hanno portato alla sua liberazione. È possibile che un accordo realmente ci sia stato, ma è più probabile che sia stato stretto con le autorità turche, che avrebbero mediato coi jihadisti. Collegato in videoconferenza dalla località segreta dove è detenuto, ripreso di spalle, Carbone stamattina ha parlato del traffico di droga in cui era coinvolto e delle spedizioni di cocaina che riusciva a far arrivare in Italia passando per l'Olanda; di recente il narcos è stato raggiunto da nuove accuse, sempre relative al traffico di stupefacenti.

Parlando del suo sequestro, Carbone ha raccontato di essere stato preso nel marzo 2022 e chiuso in una stanza con una quarantina di persone; con lui c'era un suo stretto collaboratore, Anass Zamouri, con cui non è più riuscito ad avere contatti e non sa nemmeno se sia vivo o morto. Il 4 novembre 2022, ha aggiunto, era stato "prelevato e messo davanti a una telecamera con un coltello in mano". Dieci giorni dopo, il 14 novembre, "sono stato consegnato a delle persone che mi hanno portato in Italia".

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