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Il mare di Bagnoli bonificato con microrganismi e scosse elettriche: “Così l’acqua sarà balneabile”

Sperimentata una nuova tecnologia che sfrutta un sistema di elettrodi e microrganismi incapsulati per bonificare il mare. A febbraio i primi risultati.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Microrganismi e piccole scosse elettriche per purificare il mare di Bagnoli, contaminato dai metalli pesanti e dagli idrocarburi dell'ex Italsider. È questa la tecnica innovativa che si sta sperimentando per rendere di nuovo l'acqua balneabile. La campagna di bonifica è stata avviata nelle scorse settimane e a febbraio si potranno avere già i primi risultati. Se saranno positivi, l'area di intervento della sperimentazione potrà essere ampliata. Il problema dei fondali marini inquinati dai residui dell'ex stabilimento siderurgico, dismesso negli anni '90, è stato uno dei principali ostacoli alla rinascita di Bagnoli, a causa dei costi esorbitanti per dragare e rimuovere le sabbie inquinate e trasferirle altrove. Questa nuova tecnica, invece, sarebbe molto più economica.

Il progetto è portato avanti dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, ente coordinatore del progetto LIFE SEDREMED, insieme agli altri partner del progetto, dopo oltre un anno di studi preliminari e programmazione, ha infatti completato l'installazione delle tecnologie nell'area dedicata alla sperimentazione che si basa sull'utilizzo combinato di microrganismi e di corrente elettrica a basso voltaggio per diminuire la concentrazione di contaminanti tossici nei sedimenti marini, di fatto uno degli elementi più complessi nelle bonifiche riguardanti gli ex-siti industriali.

Elettrodi e microrganismi per bonificare il mare di Bagnoli

L'area interessata, all'interno del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio (SIN), si trova nei pressi del Pontile Sud ed ha visto l'installazione di un sistema di elettrodi fornito dalla azienda finlandese Ekogrid OY, e di microorganismi incapsulati sviluppati dall'azienda belga Idrabel Environmental Biotechnologies.

Per fine febbraio è previsto il primo di tre campionamenti per il piano di monitoraggio sviluppato dall'Università Politecnica delle Marche e dall'azienda tedesca Isodetect. Queste analisi permetteranno di monitorare le variazioni di concentrazioni dei contaminanti presenti quali idrocarburi, metalli pesanti e diossine nel mare davanti all'ex Italsider. L'esito positivo di questa sperimentazione potrà gettare le basi per ampliare questo approccio innovativo e applicarlo su larga scala, determinando basso impatto ambientale e significativa riduzione dei costi, limitando la necessità di interventi gravosi come il dragaggio, che prevedono il prelievo, trasporto e decontaminazione ex situ dei sedimenti contaminati.

Negli ultimi mesi, i partner del progetto hanno divulgato il lavoro svolto finora partecipando a quattro prestigiose conferenze internazionali: SedNet (Lisbona), Acquaconsoil (Praga), Pollutech (Lione) ed Ecomondo (Rimini). In particolare, a Ecomondo il ricercatore Pietro Tedesco della Stazione Zoologica e il collega Raffaele Vaccaro di Nisida Environment hanno presentato i dettagli delle attività di sviluppo in laboratorio, le soluzioni alle difficoltà tecniche per operare in mare, e i necessari sviluppi legislativi per ottenere un quadro normativo nazionale ed europeo che definisca e faciliti gli interventi di bonifica marini.

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