Il film che Massimo Troisi non fece con Lello Arena: Angelo Orlando racconta “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”
"Pensavo fosse amore, invece era un calesse", nel 1991 è stato il penultimo film di Massimo Troisi prima della prematura scomparsa, avvenuta nel giugno 1994. Sicuramente è stato l'ultimo film in cui l'artista napoletano è riuscito totalmente nel duplice ruolo di attore e regista: in quello successivo, "Il Postino", Troisi era ormai già gravemente malato e la regia fu affidata a Michael Radford. In questo film, l'ultimo ambientato nella sua Napoli, tra il borgo di Santa Lucia e il Vomero, Troisi ha una spalla inedita, mai sperimentata prima: Angelo Orlando, attore e regista salernitano, classe 1962. Fra i due che interpretano uno Tommaso, bello e donnaiolo, in procinto di sposarsi con Cecilia, interpretata da Francesca Neri e Amedeo, bacchettone e incoerente, si crea una bellissima alchimia che gioverà al film, arricchito dalla splendida colonna sonora di Pino Daniele e in particolare da un pezzo, "Quando", uno dei classici del cantautore partenopeo.
Negli anni molti fan di Massimo Troisi si sono chiesti come mai il regista scelse Orlando e non la sua storica spalla, Lello Arena con lui fin dai tempi de "La Smorfia" e poi nei primi film "Ricomincio da tre" e "Scusate il ritardo". A raccontarlo è proprio Orlando nel podcast "Cinque di Pausa" di Francesco Ronca, Claudio Collano e Francesca Santaniello.
Racconta Orlando: «Massimo mi chiamò e mi disse: "Te vulesse fa fa' na bella cosa". E mi spiegò questo ruolo. Mentre me lo spiegava io pensavo: "ah, quindi non è un piccolo ruolo, cioè mi sta offrendo il ruolo che che di solito offre a Lello". E infatti [Troisi] mi disse: "Io questo ruolo l'ho scritto per Lello Arena, però in questo momento, Lello mi ha messo delle condizioni che per me attualmente sono insormontabili. Io farò un altro tentativo con lui: se rimane su questa linea, e allora il ruolo è tuo. Se invece Lello eh cambia idea e vuole venire a fare film con me io e sarà per la prossima volta, perché per me sei un bravo attore e secondo me potremmo fare un bel lavoro insieme».
La storia è nota: il ruolo di Amedeo fu affidato all'attore salernitano che convinse anche la critica, vincendo nel 1992 il David di Donatello come miglior attore non protagonista. Orlando ancora nel podcast, scherzando, spiega che pregò letteralmente ogni divinità sperando il ruolo gli venisse affidato e arrivasse la fatidica telefonata che tutti gli attori si aspettano dal regista con il quale sognano di lavorare: «Fortunatamente Lello rimase sulle sue. Io non ho mai saputo quale era questa linea però ho avuto la sensazione di capirlo. Mi ricordo in quel periodo … io abbracciai tutte le le religioni possibili e immaginabili, andai alle riunioni buddiste, andai a confessare tutti i peccati…».