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“Il figlio del boss Ligato mi controllava col drone quando smisi di pagare la tangente”

Un imprenditore vittima di estorsione ha raccontato di essere stato più volte minacciato dal figlio del boss Ligato di Pignataro Maggiore, anche con un drone.
A cura di Nico Falco
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I droni sequestrati dai carabinieri
I droni sequestrati dai carabinieri

Uno dei figli del defunto boss Ligato, arrestato dai carabinieri insieme ai fratelli, avrebbe utilizzato un drone per mandare avvertimenti ad un imprenditore che si era rifiutato di pagare la tangente. Circostanza che emerge dall'ordinanza eseguita dai carabinieri a carico dei tre figli del boss e di quello che viene considerato un loro uomo di fiducia e che avvalora l'ipotesi investigativa sui droni rinvenuti durante le perquisizioni e che potrebbero essere stati usati proprio per il controllo del territorio.

Destinatari dell'ordinanza sono Antonio Raffaele Ligato, 39 anni, Felicia Ligato, 41 anni, entrambi già detenuti, e Pietro Ligato, 50 anni; i tre, per i quali è stato disposto il carcere, sono figli di Raffaele Ligato, storico boss della camorra casalese, morto a 74 anni nel carcere di Milano – Opera, dopo anni passati al 41bis. Con loro è finito in manette, agli arresti domiciliari, il presunto affiliato Fabio Papa, 48 anni, ritenuto vicino a Pietro Ligato.

L'indagine ha confermato la piena operatività del clan, da sempre attivo nella zona di Pignataro Maggiore ed egemone su quel territorio dopo lo smantellamento della cosca dei Lubrano, quest'ultima imparentata coi Nuvoletta e di conseguenza legata con le famiglie della fazione dei Corleonesi di Cosa Nostra.

Il drone per minacciare l'imprenditore che non pagava

A raccontare del drone è un imprenditore, convocato dai carabinieri che avevano saputo di una estorsione ai suoi danni. É il 24 agosto 2022, l'uomo prima nega, poi cede. E racconta di essere costretto a versare tangenti almeno dal 1988, anno in cui la ditta di onoranze funebri della sua famiglia venne incendiata, prima al clan Lubrano e successivamente ai Ligato.

L'imprenditore avrebbe versato 3mila euro al mese, al fronte di una richiesta iniziale di 5mila euro mensili; a maggio 2021 la sua società era stata colpita da interdizione antimafia, con conseguente stop delle attività, ma le richieste estorsive sarebbero continuate ugualmente.

Da quel momento l'uomo avrebbe ricevuto diverse minacce, sia direttamente da Pietro Ligato sia da altre persone, perché riprendesse a pagare i tremila euro al mese. "La mia abitazione insiste a circa 100 metri da quella in cui risiede Pietro Ligato – sostiene – e costui, in diverse occasioni, ha utilizzato un drone per sorvolare la mia abitazione per alcuni minuti, che io ho interpretato essere un episodio minatorio".

"L'utilizzo del drone – aggiunge – è avvenuto dopo che ho interrotto il pagamento delle tangenti. Sono certo che si tratta di un drone utilizzato dal Ligato in quanto sono riuscito ad accertare che esso, dopo il sorvolo, rientrava nelle immediate vicinanze della sua abitazione".

Telecamera termica per controllare il territorio

I militari del Comando Provinciale di Caserta, insieme a quelli della Compagnia di Capua, che stamattina hanno eseguito l'ordinanza, nel corso delle perquisizioni hanno rinvenuto due droni professionali del valore di oltre cinquemila euro, uno dei quali dotato di telecamera termica per uso notturno. Grazie a quella l'obiettivo poteva "vedere" anche di notte, rilevando il calore e distinguere quindi eventuali presenze umane.

Secondo gli investigatori è possibile che il drone venisse utilizzato per sorvegliare il territorio e scoprire eventuali appostamenti delle forze dell'ordine nelle vicinanze delle abitazioni degli indagati. Durante la perquisizione sono stati inoltre rinvenuti apparecchiature ricetrasmittenti e un disturbatore di frequenze radio digitali multiplo, dotazione tecnologica probabilmente utilizzata per comunicare senza usare i canali telefonici classici e per mettere fuori uso sistemi di intercettazione.

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