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Il figlio del boss di Fuorigrotta arrestato dopo l’agguato al padre. Forse anche lui era nel mirino

La Polizia ha arrestato per lesioni e rapina Giuseppe Troncone, figlio del boss di Fuorigrotta ferito gravemente in un agguato ieri.
A cura di Nico Falco
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Poche ore dopo l'agguato che ha ridotto in fin di vita il boss Vitale Troncone, ritenuto a capo del gruppo omonimo del quartiere Fuorigrotta, a Napoli, è finito in manette anche il figlio Giuseppe Troncone, 24 anni: è accusato, insieme ad Andrea Merolla (ucciso in un agguato a novembre), di un feroce pestaggio ai danni di due persone con conseguente rapina. Fatti risalenti ad ottobre, ma provvedimento eseguito solo ieri, 23 dicembre, e potrebbe avere una doppia valenza: tentare di frenare la faida di camorra che sta insanguinando la periferia ovest.

La dimostrazione del clan Troncone: due ladri massacrati per i furti

Il provvedimento di fermo nei confronti di Giuseppe Troncone e Andrea Merolla è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli; le accuse sono di lesioni personali, lesioni permanenti e rapina, in concorso, aggravati dal metodo mafioso. Si sarebbe trattato, apprende Fanpage.it da fonti qualificate, di una dimostrazione di forza da parte del clan, di una punizione per dei piccoli criminali che avevano osato commettere furti nella zona di competenza del gruppo camorristico. Vittime due ladri di ruote d'auto, bloccati nel quartiere e picchiati selvaggiamente; uno di loro è stato colpito ripetutamente al torace con il calcio di una pistola, tanto da procurargli un indebolimento permanente di un organo, e poi è stato rapinato dell'automobile.

Giuseppe Troncone è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine: nel 2017 fu coinvolto nell'indagine sugli spari tra la folla ai baretti di Chiaia, avvenuti durante uno scontro tra giovani legati al clan di Fuorigrotta e coetanei vicini invece ai Formicola di San Giovanni a Teduccio. Per quella vicenda il ragazzo, finito a processo, è stato condannato in primo grado a 10 anni, sentenza capovolta poi in appello: assolto per gli spari, condannato a due anni per rissa e scarcerato.

Agguato a Fuorigrotta, in fin di vita il boss Troncone

L'agguato al boss Troncone risale a ieri mattina, intorno alle 11. L'uomo si trovava in via Caio Duilio, davanti al bar gestito dalla famiglia, quando i sicari sono arrivati. Esplosi almeno quattro proiettili, due dei quali hanno raggiunto il 53enne a uno zigomo e a una gamba. Inizialmente trasportato al Pronto Soccorso dell'ospedale San Paolo, successivamente Troncone è stato trasferito all'Ospedale del Mare, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni sono gravissime, per i medici è in pericolo di vita.

Secondo voci di quartiere sarebbe stato colpito anche un passante, ma il secondo ferimento non risulta alle forze dell'ordine; non è escluso che abbia scelto di non andare in ospedale. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia Bagnoli. Il raid è avvenuto in un orario in cui la strada è solitamente molto affollata, in questi giorni ancora di più per via delle imminenti festività natalizie. Nonostante questo, i killer non si sono fatti scrupolo di aprire il fuoco tra la gente. Segno che chi ha sparato aveva intenzione di spazzare via il clan, anche a costo di qualche vita innocente. Una determinazione che potrebbe portare ad un nuovo agguato o a una "risposta".

Faida a Fuorigrotta, ipotesi collegamento tra tre omicidi

A Fuorigrotta gli equilibri di potere sono decisamente labili, sempre sul punto di crollare o di rovesciarsi, come sempre accade quando non esiste un clan nettamente dominante sugli altri. E sono diversi i gruppi a contendersi quell'egemonia: i Troncone, ma anche i Bianco e gli alleati dei Baratto, alias i Calascioni, e ancora i Cesi e gli Iadonisi. Alla finestra, i clan del Rione Traiano. E, poco distante, quelli della Torretta di Mergellina: negli ultimi anni i Frizziero starebbero cercando di estendersi sul quartiere.

Nel marzo 2020 venne ferito gravemente Gaetano Mercurio, ritenuto uomo di spicco dei Troncone (morì un mese dopo in ospedale). Un anno dopo, fu ucciso davanti al suo negozio, a Fuorigrotta, il 77enne Antonio Volpe, imparentato coi vertici dei Baratto-Bianco e considerato mediatore e paciere tra i gruppi storici della zona. L'11 novembre scorso, l'omicidio di Andrea Merolla, nipote di Vitale Troncone: il ragazzo, 30 anni, non era mai stato coinvolto in indagini di camorra ma era emersa la sua vicinanza allo zio, per il quale faceva da autista.

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