Il duplice omicidio a Piscinola e la spallata al gruppo Pecorelli per prendersi Miano
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Approfittare del momento di debolezza del clan rivale e colpire in modo deciso per metterlo fuori dai giochi: strategia non insolita per la camorra, che potrebbe essere dietro anche al agguato che si è consumato martedì pomeriggio al confine tra Miano e Piscinola, Napoli Nord, dove due uomini sono stati uccisi a colpi di pistola in quello che fino a pochi anni fa era il regno dei Lo Russo ed oggi è territorio conteso tra due articolazioni del clan impazienti di prenderne il posto.
L'azione di fuoco, infatti, è arrivata proprio nei giorni in cui è stata più evidente la pressione investigativa sui Pecorelli e potrebbe non essere una coincidenza: gli Scognamiglio potrebbero avere sfruttato queste circostanze. Il 24 gennaio è sfociata in ordinanza una indagine sul gruppo Pecorelli: misura cautelare per il il presunto capo, Oscar Pecorelli "‘o Malommo", per la moglie e per il figlio, che segue il sequestro da 8 milioni di euro del giugno 2024; l'uomo avrebbe tenuto saldamente le redini del clan nonostante stia scontando l'ergastolo nel carcere di Opera, a Milano.
Nello stesso giorno è finito in manette il cugino omonimo, Oscar Pecorelli "‘o Pastore", anche lui ritenuto ai vertici del gruppo criminale: ricercato dal giugno 2024, è stato arrestato da latitante in Svizzera, dove si era trasferito da solo e viveva sotto falso nome lavorando come cameriere in un ristorante.
E pochi giorni dopo, il 31 gennaio, sono stati arrestati tre presunti prestanome di Pecorelli, individuati come ingranaggi del complesso sistema del gruppo criminale per reinvestire i capitali illeciti; sono accusati di riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e frode fiscale.
L'agguato in via Janfolla a Piscinola
L'agguato nei confronti di Francesco Abenante e Salvatore Avolio, 34 e 32 anni, entrambi pregiudicati e il primo ritenuto inquadrato nel gruppo Pecorelli, è scattato poco prima delle 18 di martedì 4 febbraio. I due erano in sella a uno scooter nella seconda traversa di via Janfolla quando sono stati raggiunti da numerosi proiettili. Abenante è morto sul colpo, mentre Avolio è deceduto durante il trasporto all'ospedale Cardarelli.
Il fratello di Avolio, Antonio, era stato ucciso in un agguato nel giugno 2021, in pieno giorno, in via Comunale Piscinola; anche quell'episodio sarebbe da inquadrare negli scontri tra il gruppo Pecorelli, di cui la vittima faceva parte, e gli Scognamiglio.
La contrapposizione tra Pecorelli e Scognamiglio
I Pecorelli e gli Scognamiglio vengono ritenuti entrambi articolazioni del clan Lo Russo, che per lungo tempo ha gestito in completo monopolio l'area di Miano e alcune zone del centro di Napoli; avrebbero preso il posto, rispettivamente, dei Cifrone ("‘ncopp Miano") e dei Balzano ("Abbasce Miano").
I due gruppi criminali si starebbero contenendo la supremazia per il controllo delle estorsioni ma, soprattutto, per il traffico di droga, tra ingrosso e piazze di spaccio, vero core business dei clan di Miano.
Il duplice omicidio nella stessa strada
La seconda traversa di via Janfolla è stata anche teatro di un altro duplice omicidio, quello di Antonio Mele, 57 anni, e Biagio Palumbo, 53 anni, entrambi ritenuti fedelissimi al clan Lo Russo. I due vennero crivellati di proiettili mentre erano in automobile, anche loro a pochi passi dalle abitazioni, il 7 febbraio 2018. Quell'agguato, però, non sarebbe da inquadrare negli scontri per il post-Lo Russo ma sarebbe legato alla gestione delle tangenti sugli ospedali.
L'ipotesi viene descritta nell'ordinanza eseguita nell'ottobre 2021 contro il clan Cimmino del Vomero. Agli atti c'è una intercettazione ambientale: "Sono morti perché hanno reclamato i soldi degli ospedali per contro dei Mianesi e quelli della Masseria non glieli vogliono dare". In sostanza, il duplice omicidio sarebbe partito dal clan Licciardi, a seguito delle pretese, da parte delle vittime, di incassare il denaro sulle estorsioni derivanti dal Policlinico, la cui gestione era passata dai "Capitoni" al clan dell'Alleanza di Secondigliano.
I controlli nell'area Nord di Napoli
La periferia Nord, per le fibrillazioni che sono state registrate nei vari quartieri, è da settimane al centro dell'attenzione delle forze dell'ordine. La Prefettura di Napoli ha diffuso il bilancio dei controlli effettuati dall'inizio dell'anno a Scampia, nel quadro di servizi predisposto in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Complessivamente sono state controllati 3.244 persone e 1.231 veicoli; ci sono stati 33 arresti (per estorsione, furto e traffico di stupefacenti) e 51 denunciati per vari reati; sono state segnalate 61 persone per uso di stupefacenti e sono stati sequestrati armi e stupefacenti. Comminate, infine, 240 sanzioni per violazioni al Codice della Strada ed effettuati 71 tra sequestri, fermi amministrativi e confische di veicoli.