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Il medico Mario Muto del Cardarelli premiato dalla Società Americana di Neuroradiologia

La Società Americana di Neuroradiologia (ASNR) ha conferito al professor Mario Muto, primario di Neuroradiologia del Cardarelli di Napoli, la Honorary Membership: è il massimo riconoscimento per un socio non statunitense dell’associazione internazionale, in 59 anni di storia era stato conferito soltanto ad un altro italiano, il professor Marco Leonardi, scomparso nel 2017.
A cura di Nico Falco
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Il dottor Mario Muto, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia dell'ospedale Cardarelli di Napoli, è stato premiato con la Honorary Membership della Società Americana di Neuroradiologia (ASNR), la più importante a livello internazionale con circa 6mila iscritti; l'attestato di prestigio, massimo riconoscimento per i soci non statunitensi, in 59 anni di storia era stato conferito soltanto ad un altro italiano, il primario e professore ordinario di Neuroradiologia Marco Leonardi, scomparso nel 2017. L'onorificenza viene assegnata ad un solo socio straniero ogni anno; il conferimento verrà ufficializzato durante il congresso mondiale in programma dal 22 al 26 maggio 2021, che si svolgerà online causa Covid.

Laureatosi in Medicina e Chirurgia all’Università Federico II di Napoli, Mario Muto si è specializzato in Radiologia nel 1990. È riconosciuto a livello internazionale tra i massimi esperti in Diagnostica e interventistica della colonna vertebrale e Neuroradiologia interventistica endovascolare, con particolare riferimento al trattamento dell’ictus. Per otto anni è stato consigliere della Società Europea di Neuradiologia; nel 2015 ha presieduto il meeting annuale italiano e quello europeo di Neuroradiologia e dal 2017 al 2019 è stato presidente dell'Associazione Italiana di Neuroradiologia. Nel 2019 è stato presidente del XV meeting della Federazione mondiale di Neuroradiologia terapeutica interventistica.

"In un momento così drammatico – commenta Mario Muto – questo prestigioso riconoscimento mi riempie di orgoglio e rappresenta un grande stimolo". Se da un lato l'onorificenza vale anche come riconoscimento per tutta la scuola neuroradiologica napoletana e italiana, dall'altro, come spiega Muto, a questi livelli di eccellenza non corrispondono adeguate risorse che potrebbero ulteriormente migliorare il settore. "Se per la rete IMA (Rete dell'Infarto Miocardico Acuto) la situazione è molto omogenea con performance soddisfacenti – continua Muto – per quel che riguarda lo stroke ischemico ci sono realtà che hanno bisogno di maggiori risorse umane e organizzative. Da un lato abbiamo i grandi hub che funzionano con numeri importanti, che sono il Cardarelli e il Ruggi D’Aragona, dall’altro ci preoccupano altre realtà territoriali che non sempre riescono a garantire trattamenti e tempistiche soddisfacenti".

Se il Cardarelli, infatti, nel 2020 ha trattato 330 stroke ischemici, dei quali 206 con rombectomia meccanica (secondo centro nazionale), ci sono ancora aree territoriali dove la mancanza di risorse umane o tecnologiche, in particolare le risonanze magnetiche, potrebbe rendere difficile trattare nei tempi giusti uno stroke ischemico importante; situazione ancor più aggravata dalla pandemia Covid in corso, che ha inevitabilmente avuto un forte impatto sulla gestione di queste patologie. "La Regione sta facendo moltissimo e negli anni sono stati fatti grandi sforzi in sanità, ma nei prossimi anni – conclude Muto – sarà essenziale riuscire a colmare le lacune, possibilmente pianificando interventi mirati, idonei ad omogeneizzare il territorio nel settore delle reti tempo-dipendenti".

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