Il dolore della mamma di Giovanbattista: “Se a 16 anni esci con la pistola e spari, non sei un ragazzo ma una bestia”
“Un ragazzo di 16 anni, con precedenti penali, che esce con una pistola, ha contezza di quello che fa. Non è un ragazzino, che sta a casa con mamma a guardare i cartoni animati, ma una bestia che scende con un’arma che uccide. Non può andare in un istituto minorile, devono cambiare le leggi. Deve avere una pena esemplare, perché ha ucciso un ragazzo. Avevo cresciuto mio figlio facendogli capire che questo mondo era puro. Ho sbagliato. Non ho fatto i conti col fatto che invece la società si stava evolvendo nel brutto”.
Sono cariche di dolore le parole di Daniela Di Maggio, mamma di Giovanbattista Cutolo, il musicista napoletano 24enne ucciso a colpi di pistola per un diverbio per il parcheggio di un motorino la notte di giovedì 31 agosto in piazza Municipio a Napoli. Daniela questa mattina è tornata in piazza Municipio, dopo una notte insonne e fortemente provata dal dolore, e lancia un appello alle istituzioni: “La morte di Giovanbattista sia un caterpillar contro le ingiustizie, devono cambiare le leggi”.
Il dolore della mamma di Giovanbattista
“Stamattina mi sono messa la sua maglia – racconta ai microfoni di Fanpage.it con gli occhi velati di lacrime dietro spessi occhiali scuri – il suo deodorante, per avere la percezione che esista ancora. Stamattina aspettavo che girasse la chiave nella toppa. Ma la chiave non ha girato. Mio figlio non c’è nella stanzetta, il gatto ha dormito tutta la notte sulla sua maglia”.
L’appello alle istituzioni: “Devono cambiare le leggi”
La scomparsa di Giovanbattista, GiòGiò come lo chiamano amici e conoscenti, ragazzo riservato, talentuoso ed educato, ha scosso tutta la città.
“In questa storia ci abbiamo perso tutti – prosegue Daniela Di Maggio – la comunità, la mia famiglia, la famiglia della persona che ha sparato, gli amici di mio figlio che avranno un trauma a vita. La mia dolce figlia che non avrà più un fratello. Mio figlio era un uomo elegante, stiloso, perbene, musicista, bello, talentuoso, sempre disponibile e amato da tutti”.
“Voglio sentire Sindaco e Questore: nessuno si è fatto vivo”
“Ho pregato tutta la notte. Voglio sentire Manfredi il nostro sindaco e il Questore di Napoli. Nessuno si è fatto vivo. Che siate voi da eco, voglio parlare con chi ci governa. Voglio dare un messaggio preciso alle istituzioni, perché qua si dice che finisce tutto a tarallucci e vino. Non deve finire così. A costo di andare a bussare alla porta della Meloni, a Mattarella di notte, a tirare giù dal letto Manfredi. Devono cambiare le leggi”.
Poi la mamma di GiòGiò spiega:
Dobbiamo assolutamente gridare alle istituzioni di venire in campo. Non esiste il concetto di rieducazione, recupero, evoluzione. Solo materialismo, bullismo, canzoni rap orribili che danno messaggi sconvenienti e insensati, lo scrollamento zombie su TikTok che li inebria, tutti dopati. Vengono sdoganati solo modelli materialistici di violenza e insulsaggine, non si leggono più libri. E questa roba non si può accettare. Con questa bestiale cultura di emulazione di certe trasmissioni che esaltano la mente omicida di questi ragazzi si sentono forti da uscire con l’arma in mano. La combo bestiale droga, arma e il nulla cosmico. E mio figlio pieno di cose con tre colpi è stato buttato a terra per mangiarsi un panino e difendere una ragazza da una rissa.