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Il direttore della pizzeria “Dal Presidente” arrestato: reddito zero ma sui social orologi di lusso

Massimiliano Di Caprio in 20 anni ha dichiarato 30mila euro. L’uomo in manette nell’inchiesta sul riciclaggio del clan Contini.
A cura di Nico Falco
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Massimiliano Di Caprio, arrestato questa mattina nell'ambito dell'inchiesta contro il clan Contini che ha portato anche al sequestro della sua pizzeria, "Dal Presidente", in venti anni ha dichiarato di avere guadagnato poco più di 30mila euro. Reddito che arriva a 60mila quasi se si sommano anche le entrate degli altri componenti del suo nucleo familiare. A conti fatti sono circa 3mila euro all'anno per tutta la famiglia, un dato che si scontra con la disponibilità economica ostentata: oltre alle proprietà immobiliari e alle acquisizioni, ricostruite dagli inquirenti, lo stesso Di Caprio mostrava sui social orologi di lusso dal valore di diverse migliaia di euro.

Orologi di lusso e affari per centinaia di migliaia di euro

La situazione patrimoniale dell'uomo viene ricostruita nell'ordinanza da 5 arresti eseguita oggi, scaturita dalle indagini della Guardia di Finanza col coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia; i destinatari sono Di Caprio, 50 anni, la moglie Deborah Capasso, 47 anni, il cognato Vincenzo Capozzoli, 49 anni alias "Enzo ‘a Miseria" e ritenuto legato al clan Contini, una commercialista napoletana di 62 anni e un poliziotto di 56 anni, questi ultimi due finiti ai domiciliari.

Dalle indagini sui redditi, relativi al periodo tra il 2000 e il 2020, è emerso che Di Caprio ha dichiarato in totale 33.626 euro e che per 17 anni risulta avere avuto reddito zero; discorso simile per la moglie e i due figli, il cui reddito complessivo per i 20 anni è di circa 25.500 euro. Si tratta, viene sottolineato, nell'ordinanza, di

una cifra poco inferiore ai 60mila euro complessivi, corrispondente ad una somma media annua di circa 3mila euro, non sufficiente al minimo sostentamento. Gli importi percepiti, derivanti comunque da prestazioni lavorative rese presso le imprese dagli stessi controllati, non risultano coerenti, non solo con gli investimenti effettuati in ambito immobiliare ma finanche con quelli mobiliari.

Al fronte della disponibilità economica dichiarata, però, quello che è venuto fuori dalle indagini racconta una realtà totalmente diversa: in diverse intercettazioni si fa riferimento a Di Caprio come a una persona con ingenti disponibilità economiche, in procinto di acquistare i locali della storica pizzeria Di Matteo (affare che poi non andò in porto), e che sarebbe in possesso di orologi di pregio per un valore di circa 200mila euro. E nemmeno lo stesso indagato aveva mai fatto mistero di questa ricchezza, anzi. Come quando, dal profilo Instagram ufficiale della pizzeria, aveva mostrato un Rolex che sulla cassa aveva inciso il nome del figlio, "Di Caprio Hayglander".

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La posizione degli eredi di Ernesto Cacialli

La pizzeria "Dal Presidente" sequestrata non ha mai avuto a che fare con Ernesto Cacialli, lo storico pizzaiolo napoletano divenuto famoso come "Il pizzaiolo del Presidente" quando, nel 1994, consegnò una pizza tra le mani di Bill Clinton, allora presidente degli Stati Uniti d'America. Nel 2009, infatti, con la morte di Cacialli, l'attività passò ad uno dei figli, Enzo, che la gestì fino al 2012, anno del fallimento. Allora ci fu il cambio totale di gestione, che comprendeva anche un nuovo nome: non più "Il pizzaiolo del Presidente" ma "La regina dei Tribunali". Pochissimi mesi dopo ci fu un altro cambio nome e venne scelto quello attuale, "Dal Presidente". Attualmente i figli di Ernesto Cacialli, Luigi e Maria, gestiscono "Il figlio del Presidente" in via Duomo e "La figlia del Presidente" in via del Grande Archivio, non sono legati né alla proprietà né alla gestione della pizzeria di via dei Tribunali.

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