I numeri di un tempo sono un ricordo lontano, del tutto sbiadito, fotografie ingiallite di album digitale che ci aveva abituati a far faville. Like e commenti, visualizzazioni e condivisioni che prima rendevano ogni post pubblicato sulla pagina Facebook un caso di studio e di invidia per l’ampiezza di audience che ottenevano, adesso invece rischiano di contarsi sulle dite di una mano.
A prescindere da tutto, dalla fine delle condizioni straordinarie determinate dalla pandemia, così come dai cambiamenti stessi che le società hanno apportato all’algoritmo di funzionamento dei social media, per finire a quelli legati al nostro modo di vivere le piattaforme, dove preferiamo skippare velocemente da un video all’altro senza soluzione di continuità, la carestia di interazioni e di attenzione è evidente, innegabile, preoccupante.
Anche la conferenza stampa del venerdì, trasmessa in streaming sulla pagina e insolitamente anticipata alle 11.00 del mattino, invece dell’orario rituale delle 14.45, ci ha consegnato dei numeri a basso voltaggio digitale. Meno di cento gli utenti collegati per seguire le parole del presidente Vincenzo De Luca che nei 38 minuti di intervento ha replicato alla decisione adottata dal Consiglio dei Ministri di impugnare la legge regionale sul cosiddetto “terzo mandato”. La diretta streaming ha macinato 365 like, 128 commenti e 16 mila visualizzazioni. Un risultato quindi tutt’altro che brillante che ha prodotto un’audience complessiva assai contenuta, anche rispetto alla platea dei follower che attualmente sono iscritti alla pagina, l’ultimo conteggio è di 1.540.977 follower.
Eppure, questi numeri che di certo De Luca guarderà con distacco e sufficienza, non sono da sottovalutare, non possono essere derubricati a cuor leggero, in particolare per i leader politici che coltivano il consenso elettorale. Come più volte abbiamo già evidenziato in precedenza, questa difficoltà di De Luca, o meglio dei suoi contenuti social, nel catturare l’attenzione digitale degli utenti non è né nuova, né recente. Sono mesi che i suoi post hanno smarrito la capacità di coinvolgimento, nonostante la sua indiscussa bravura, dei follower. Un calo vistoso di attenzione che può rivelarsi determinante nel momento elettorale, a dispetto delle liste e dei sondaggi.
In verità, se guardiamo con più attenzione al presidio delle piattaforme e al modo in cui queste sono state popolate nell’ultimo anno, emerge un inizio di disinnamoramento di De Luca nei confronti dei social network, forse motivato proprio da questa carestia dei like. Su Instagram e TikTok, sono diminuiti i post e sono in netto calo anche le interazioni, su X oramai si pubblica assai di rado, l’ultimo post è del 21 novembre scorso, mentre sulla pagina Facebook, nonostante negli ultimi dodici mesi si siano pubblicati più post, sono calate del 24% le interazioni lasciate dai follower.
Quindi, c’è una stanchezza prolungata che incide direttamente sulla diffusione del verbo deluchiano nell’infosfera. Una condizione che non ha una sola causa di origine, ma che non può essere snobbata soprattutto se come ha dichiarato Vincenzo De Luca lui si candiderà. Nonostante il PD, Elly Schlein e Giorgia Meloni.