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Il corso per il TFA sostegno era una truffa: lezioni online e certificati falsi, raggirate due docenti

I carabinieri hanno ricostruito il raggiro ai danni di due insegnanti del Napoletano, che hanno pagato 11mila euro per il corso per il TFA Sostegno; la truffa potrebbe avere coinvolto numerose altre vittime.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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La certificazione per lavorare come insegnante di sostegno sembrava in regola. Del resto, era arrivata al termine del corso sostenuto in videoconferenza con l'università, c'era stato anche l'esame finale. E per un anno e mezzo era anche servito per lavorare. Fino a quando una delle scuole non ha chiesto una verifica, e la docente si è resa conto di essere stata truffata: era tutto finto. L'unica cosa vera erano i soldi che aveva pagato: 11mila euro, contando la sua quota e quella della collega.

Raggiro sicuramente ben organizzato, quello che hanno ricostruito i carabinieri di San Giuseppe Vesuviano (Napoli) e che vede come vittime due insegnanti di 41 e 43 anni, ingannate da un sedicente intermediario che, con una messinscena, ha finto di fare da intermediario e di curare tutta la pratica, fino al conseguimento del titolo, per il TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo per il Sostegno), percorso di formazione che abilita gli insegnanti a lavorare con alunni con disabilità nelle scuole pubbliche e private italiane. E non si esclude che oltre alle due donne ci siano molte altre vittime, non ancora consapevoli di essere state truffate.

Il corso universitario simulato: 5.500 euro a quota

La storia arriva da Palma Campania, il falso intermediario, un 52enne di Palma Campania, dovrà rispondere di truffa e falsità materiale commessa dal privato. Le indagini sono cominciate quando una delle due docenti si è presentata dai carabinieri di San Giuseppe Vesuviano per denunciare di essere stata raggirata: la scuola presso cui si apprestava a lavorare aveva chiesto all'università una verifica sul certificato che aveva presentato e l'ateneo aveva risposto che non c'erano riscontri. Lei, però, quel corso lo aveva realmente seguito. O, almeno, così credeva.

Tutto era cominciato con l'incontro fortuito col 52enne, che si era qualificato come staff di una prestigiosa università napoletana e aveva proposto alle due donne il corso. Avrebbe curato tutto lui, in cambio di un compenso di mille euro. Costo totale, 5.500 euro a testa, quindi 11mila euro. L'uomo aveva chiesto un anticipo, per coprire le spese vive, tra bolli e tasse obbligatorie; aveva inviato il link per seguire le lezioni online, e aveva incassato anche la seconda quota, fino al saldo, e aveva quindi inviato anche un documento matricolato, timbrato, bollato e firmato dal Magnifico Rettore dell’Università che certificava l’iscrizione al percorso.

Le finte lezioni in videoconferenza

Da quel momento era partita la seconda parte della truffa, andata avanti per mesi. Le lezioni c'erano veramente state, le teneva un'altra persona (non ancora identificata). Al termine del percorso, che dura un anno, c'erano stati gli esami. Anche quelli in videoconferenza, da quella che pareva una sala dell'università. Breve colloquio con la candidata, la prova, la stretta di mano virtuale. E, qualche giorno dopo, il secondo certificato, quello dell'abilitazione TFA: 30 trentesimi.

Col certificato in mano, datato giugno 2023, nell'ultimo anno e mezzo la docente ha lavorato in 4 istituti scolastici della provincia di Napoli. Fino a febbraio 2025, quando la segreteria della scuola ha contattato l'università per ottenere altra certificazione ufficiale di quel TFA. E la risposta ha fatto crollare tutto: solo un raggiro, che potrebbe coinvolgere, però, molte altre vittime.

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