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Il caso dei fratelli Raia: lei consigliere regionale, lui ricandidato all’Agenzia Turismo

Nel Pd campano scoppia il caso dei fratelli Raia: Paola, consigliera regionale che nel 2020 è passata dal centrodestra alla lista “De Luca presidente”, e Luigi, che dopo la scadenza del mandato si ricandida come direttore dell’Agenzia del Turismo, ruolo che era stato a lui affidato proprio da Vincenzo De Luca. Non c’è, però, incompatibilità: non ci sono norme che vietino che due fratelli possano ricoprire le due cariche.
A cura di Nico Falco
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Luigi Raia, Paola Raia e Vincenzo De Luca (da Facebook)
Luigi Raia, Paola Raia e Vincenzo De Luca (da Facebook)

Tiene banco in Regione Campania in questi giorni il caso dei fratelli Paola e Luigi Raia. Lui, direttore uscente dell'Agenzia regionale Campania, nominato da De Luca nel 2017, dopo la scadenza del mandato si è ricandidato per coprire nuovamente quel nuovo e potrebbe essere nuovamente indicato. Lei, invece, consigliera regionale di lungo corso (lo è già stata nel 2010, tra le fila di Forza Italia, quando il presidente era Stefano Caldoro), nel settembre scorso è stata rieletta nella lista "De Luca presidente".

La questione verte sulla nuova nomina, la domanda è se Luigi Raia, ora che la sorella è consigliera con Vincenzo De Luca, possa essere nuovamente scelto per ricoprire un incarico in Regione Campania. E, nel Pd campano, come riporta oggi Repubblica, l'interrogativo ha sollevato più di un malumore. Si tratta di una vicenda più che altro di opportunità, visto che non ci sono norme che indichino incompatibilità nel caso di due ruoli di questo tipo ricoperti da due fratelli e non ci sono quindi i presupposti per opporre un veto.

Un precedente, identico nella sostanza e anche nei protagonisti, c'era già stato nel 2010: quando Paola Raia era consigliera regionale con la giunta Caldoro, il presidente aveva scelto il fratello Luigi per la direzione dell'Isve, l'Istituto di studi per lo sviluppo economico. A far storcere il naso è principalmente il cambio di casacca di Paola Raia, che nel 2020, tre anni dopo la prima nomina del fratello, ha lasciato il centrodestra per candidarsi con il Pd. "Sono stato uno dei contribuenti col mio voto per l'elezione di mia sorella – ha detto Luigi a Repubblica – ma questo non mi può penalizzare. Voglio essere giudicato per quello che ho fatto in agenzia".

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