Il caso Boccia fa saltare i sogni di candidatura di Sangiuliano alla Regione Campania
Chi lo ha conosciuto rampante giornalista di tv locale a Napoli e direttore al "Roma" di via Chiatamone, al netto degli aneddoti pur divertenti ma che non levano e non mettono al caso attuale – parliamo dell'affaire Maria Rosaria Boccia – dice di Gennaro Sangiuliano, attuale ministro della Cultura nel governo Meloni: «Stai sicuro che lui, prima, non era accussì». Che vuol dire? Era più guardingo? Più sospettoso? Più rigoroso? Niente da aggiungere. La frase è sempre la stessa: «Lui prima non era così».
Qualcosa, dunque, in questi mesi sarebbe cambiato nel modo di relazionarsi di Sangiuliano, classe 1962, descritto come personaggio dalla costante guardia alta per paura di attacchi, soprattutto a mezzo social. La vicenda è ormai un caso politico: il suo rapporto e quello del suo dicastero con la dottoressa Maria Rosaria Boccia 41, anni di Pompei.
Il profilo Instagram della "forse consulente ministeriale" (lui dice di no, lei dice di sì) Maria Rosaria Boccia ha avuto un incremento di 15mila followers nel giro di 48 ore. Abbiamo un governo pende dalle stories dell'esperta di moda sull'asse Pompei-Scafati: Boccia lì sta pubblicando risposte (alla premier), screenshot di documenti forse riservati, ricevute di ticket di viaggio forse pagati dal ministero, addirittura audio di telefonate e forse video, visto che andava a zonzo con i RayBan Meta smart glasses, gli occhiali con la telecamera (non nascosta, ben visibile).
Ieri Sangiuliano è stato a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni e ne è uscito ancora ministro. È chiaro che vi fossero ulteriori elementi potrebbe dover dimettersi. E partiamo da qui in poi per arrivare a Napoli e precisamente a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. Non è un mistero per nessuno che Sangiuliano accarezzi da tempo l'idea di candidarsi presidente col centrodestra alle Elezioni Regionali 2025.
Tuttavia, in caso di rimpasto ministeriale dopo la buriana, per il giornalista-ministro salterebbe anche questa road map: malvisto da Forza Italia in Campania e da una parte della destra partenopea, se Sangiuliano dovesse mai pensare alla Campania come piano B troverebbe una strada in salita, nonostante anche nel centrosinistra sia grossa la confusione sotto il cielo, relativa alla posizione di Vincenzo De Luca.
Una salita troppo ripida per le sue forze, in un contesto in cui i voti si devono conquistare comune per comune. E il caso Boccia è diventato troppo grosso per essere dimenticabile a stretto giro. E troppo ghiotto per non essere elemento di campagna elettorale.