Il cardinale Battaglia alla messa di ringraziamento: “Siamo a fianco degli oppressi contro le ingiustizie”
Dopo essere stato creato cardinale da Papa Francesco lo scorso 7 dicembre, Don Mimmo Battaglia, vescovo di Napoli, ha voluto tenere una messa di ringraziamento alla città. Nel Duomo di Napoli, gremito nei suoi banchi, Don Mimmo ha ricevuto l'abbraccio e gli auguri del mondo ecclesiale, delle istituzioni cittadine, e di tanti fedeli che sono accorsi per fargli gli auguri. Sull'altare proprio accanto a lui, "gli ultimi" ma anche i volenterosi, guidati da suor Marisa Pitrella, la direttrice della Caritas, ragazzi, bambini, persone con disagi economici e sociali, ma anche gli operatori sociali e i medici di strada. Una celebrazione, e soprattutto un'omelia, per nulla banale, anzi. Come ci ha abituato Don Mimmo Battaglia è stato ancora una volta il momento per lanciare messaggi e segnali molto chiari.
La citazione di Helder Camara: "Qualcuno mi accusa di fare politica"
In una comunità ecclesiale molto complessa come quella partenopea, la nomina a cardinale di Don Mimmo Battaglia, è stata senza dubbio un modo da parte del Santo padre, di rafforzare uno dei suoi pupilli, chiamato dalla provincia a dirigere una Chiesa complicata, come quella di Napoli, piena di problemi, e non solo di vocazione. In questi 4 anni Don Mimmo Battaglia ha voltato pagina, facendolo da prete di strada, come ha sempre fatto nella sua vita. In mezzo agli ultimi, ai migranti, a chi accoglie, ricordando le guerre e le sofferenze del mondo, lanciando messaggi di pace ma al tempo stesso di grande determinazione e intransigenza davanti ai drammi sociali della città.
agli operai in lotta, accanto ai migranti ed a chi li salva nel mare, accanto ai senza fissa dimora, agli anziani, una delle sue prime uscite pubbliche fu ai bipiani di Ponticelli, uno dei ghetti della città nella periferia est. Per questo l'omelia del neo cardinale è un programma, una dichiarazione di intenti, che traccia un percorso chiaro. "La Chiesa è la casa di tutti" ha detto nella prima parte dell'omelia. Ma ricordano il suo impegno per i più deboli ha fatto un passaggio che non è passato inosservato. "Qualcuno mi accusa di fare politica – ha detto Battaglia – e quando questo avviene cito sempre un maestro che ho avuto la fortuna di conoscere, Helder Camara. Lui diceva, quando do da mangiare ai poveri mi chiamano Santo, ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo mi chiamano comunista. Ma se noi crediamo davvero nella parola di Cristo, non possiamo accettare che ci sia un mondo dove ci sono oppressi ed oppressori".
Lo strumento resta sempre la parola del Vangelo, ma le mani e i piedi sono tra gli ultimi ed accanto a loro: "Il Vangelo è la sola arma che abbiamo – ha proseguito Battaglia – ma è magma potente, perché non si piega al compromesso e con la sola forza delle beatitudini, lotta contro ogni oppressore, al fianco dei poveri e degli esclusi, senza mai smettere di credere che la pace e la giustizia sono possibili".
"Dal Sud viene la salvezza"
Una Chiesa aperta, un clero che si mette in cammino tra gli ultimi per stare concretamente accanto a loro, è questa la missione che il nuovo cardinale di Napoli ha voluto enunciare. Nell'omelia ha fatto riferimento alla bussola ed ai punti cardinali. Il Nord, che è Gesù, che deve guidare lo spirito di tutti, l'Ovest, che è la nostra terra che non deve piegarsi all'individualismo ed al consumismo, l'Est che è la speranza della salvezza che sorge, ed il Sud senza cui nulla è possibile. "Davanti alla domande se dal Sud, dalla periferia del mondo, può nascere qualcosa di buono, tutti noi siamo chiamati a rispondere: sì la salvezza" ha detto Battaglia. Ed ha aggiunto: "Questa risposta non è senza conseguenze, perché implica l'impegno di tutti nel darle vita, nel realizzarla".
In prima fila ci sono il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il Prefetto, Michele Di Bari e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Quest'ultimo nel suo messaggio di augurio ha toccato diversi punti squisitamente politici. Dallo stop alle guerre, ricordando come Papa Francesco sia la sola voce nel mondo che chiede un cessate il fuoco per le guerre alle porte dell'Europa, dall'Ucraina alla Palestina, alle sfide che vedono il mondo del lavoro affrontare un periodo di grande crisi, ricordando la recente vertenza della Transnova di Pomigliano d'Arco.
Il Sindaco di Napoli invece, ha parlato di Don Mimmo Battaglia come una guida necessaria per la città: "La missione di Don Mimmo è molto importante – ha spiegato il Sindaco a Fanpage.it – è una guida spirituale che guarda alla concretezza dell'aiuto, dei tanti bisogni inascoltati a cui dare risposte, in un grande quadro di unità dobbiamo lavorare tutti insieme, per guidare la città verso una situazione di maggiore equità, per dare risposta alle tante povertà e per dare speranza". Nessun buffet e nessuno sfarzo alla fine della cerimonia, durata complessivamente oltre due ore. Don Mimmo dall'altare del Duomo racconta che ha voluto regalare a tutti dei biscotti, fatti dalla cooperativa "Dolce Mente". "Sono due sacchetti di biscotti, legati uno all'altro – ha spiegato Don Mimmo – uno è per la vostra famiglia, l'altro vi prego con il cuore di regalarlo, insieme ad una carezza ad una persona che soffre, che si sente sola, che necessita della tua, della nostra cura".