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Il carcere di Santa Maria Capua Vetere è ancora senza rete idrica, i lavori finanziati 4 anni fa

A 25 anni dalla costruzione, e a 4 anni da un finanziamento regionale ad hoc, il carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) non ha ancora un proprio allacciamento idrico. Lo denuncia il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello, che sottolinea i ritardi dell’Amministrazione e le problematiche riscontrate tra i detenuti, come dermatiti causate da un impianto di potabilizzazione di acqua di falda mal funzionante.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Il carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è ancora privo di una rete idrica dopo 25 anni dalla costruzione e dopo 4 anni dallo stanziamento di un finanziamento di poco più di due milioni di euro, deliberato dalla Regione Campania e consegnato al Comune di Santa Maria Capua Vetere. Una situazione che diventa più pesante in estate, quando il fabbisogno di acqua è naturalmente aumentato. Lo denuncia il garante regionale dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello, sottolineando i ritardi dell'Amministrazione che, anche dopo il finanziamento, non ha provveduto ai lavori.

“Dal 1996, anno di costruzione del carcere di Santa Maria Capua Vetere, non è ancora stato realizzato l’allacciamento per la rete idrica – dice Ciambriello – eppure la Giunta Regionale della Campania, nel 2016 ha stanziato un notevole finanziamento, consegnando tali risorse al comune di Santa Maria Capua Vetere”. Attualmente nel carcere del Casertano ci sono 886 detenuti, di cui 68 donne nel reparto Senna di alta sicurezza. La Regione Campania ha stanziato 2.190.000 euro con delibera della Giunta Regionale 142 del 5 aprile 2016 in favore del Comune di Santa Maria Capua Vetere per la costruzione di una condotta idrica per la struttura penitenziaria, e la stessa giunta, il 4 agosto 2016, ha firmato un protocollo d'intesa col Comune.

“L’approvvigionamento di acqua al carcere – continua Ciambriello – è assicurato mediante l’utilizzo di acqua di falda e di un impianto di potabilizzazione spesso mal funzionante, che comporta la fuoriuscita di acqua gialla dai rubinetti, con conseguenti dermatiti e altri problemi di salute per i detenuti. Ogni giorno due autobotti portano l’acqua per la mensa dei detenuti e degli agenti, da decenni i detenuti usufruiscono gratuitamente dall’amministrazione penitenziaria di due bottiglie d’acqua minerale al giorno. Ho recentemente scritto, sia a luglio che ad agosto, all’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere per chiedere notizie sullo stato dei lavori, ancora non attuati dopo tanti anni, ma non ho ricevuto nessuna risposta. Si coniugano indifferenza e inefficienza. Invito la politica nazionale, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e i consiglieri regionali a seguire con attenzione questa criticità che lede i diritti delle persone diversamente libere. Accanto alla certezza della pena ci deve essere la qualità della pena, alla persona che sbaglia deve essere tolto il diritto alla libertà ma non il diritto alla dignità, alla tutela della salute. Non si perda più tempo!”.

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