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Campi Flegrei

“Il bradisismo ai Campi Flegrei non si è mai fermato. Se la terra continua a sollevarsi, avremo altre scosse”

Giuseppe De Natale, vulcanologo Ingv conferma che l’attività bradisismica ai Campi Flegrei non si è fermata dal 2006 a oggi.
Intervista a Giuseppe De Natale
Vulcanologo e dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (Ingv)
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Giuseppe De Natale, Ingv
Giuseppe De Natale, Ingv
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"Il bradisismo non è finito. E non è sbagliato credere che anzi ci saranno altri fenomeni sismici simili". Ne parla a Fanpage.it il professor Giuseppe De Natale, Vulcanologo e dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (Ingv), già ospite in passato della nostra redazione e che proprio a febbraio aveva spiegato a Fanpage.it in una intervista che "finché ci sarà il sollevamento, continuerà anche l'aumento della pressione interna, e dunque la probabilità di terremoti anche più forti aumenta". A distanza di un mese e all'indomani della scossa 3.4 con epicentro Bagnoli, nella zona occidentale di Napoli, De Natale è tornato a parlare "a titolo personale e in base alle mie conoscenze scientifiche" del fenomeno bradisismo nei Campi Flegrei.

Professore, dopo un periodo di relativa quiete, i Campi Flegrei hanno ripreso l'attività in maniera molto forte, arrivando ad una scossa 3.4 come non si registrava da tempo. Segnale, insomma, che il bradisismo non è affatto finito?

Il bradisismo continua dal 2006, non si è mai fermato. Ci sono stati periodi, come tra il 2013 e il 2014 e come nei mesi scorsi, in cui la velocità di sollevamento si è quasi azzerata. Noi sappiamo ormai da tempo che la sismicità dei Campi Flegrei dipende da due fattori: il livello del suolo, che in pratica misura il livello di pressione nel sottosuolo, e la velocità di sollevamento. Poiché da alcune settimane la velocità di sollevamento è di nuovo diversa da zero (pari a circa 1 cm/mese), la sismicità è ripresa.

Cosa ci attende per i prossimi mesi, nel senso: dobbiamo abituarci ad altre possibili scosse di questo tipo?

Finché il sollevamento del suolo continua, la sismicità purtroppo continuerà. E poiché il sollevamento del suolo misura in pratica la pressione interna al sistema, più sale la pressione più aumenta la sismicità. E questo spiega infatti perché, sebbene la velocità di sollevamento sia mediamente la stessa dal 2006, sia la frequenza che la magnitudo dei terremoti sono progressivamente aumentate nel tempo, man mano che il livello del suolo saliva.

Ormai il bradisismo c'è dal 2006, e sappiamo che impossibile prevederne la durata. Ma quindi la popolazione cosa dovrebbe fare, a parte vivere con l'abitudine alle frequenti scosse?

La cosa migliore è accertarsi che la casa in cui si abita sia ben costruita e non abbia carenze strutturali che potrebbero creare problemi in caso di terremoti più forti. Si valuta, sia attraverso le fonti storiche che in base a varie evidenze scientifiche, che la magnitudo massima in quest’area sia circa 5 e qui i terremoti possono avvenire anche a 2-3 km di profondità.

Cosa dovrebbero fare secondo lei a questo punto le autorità?

Ad ottobre è stato varato dal Governo un decreto per i Campi Flegrei, poi convertito in legge, che al primo punto prevede un’analisi a tappeto di vulnerabilità di tutti gli edifici nell’area a maggior rischio sismico. Questa è la cosa fondamentale da fare: la stessa che suggerii al Prefetto di Napoli nella mia missiva del 18 settembre 2023. Basta quindi applicare velocemente la legge che c’è, e che è stata fatta proprio per risolvere questo problema.

Esiste una correlazione tra le attività dei Campi Flegrei e quelle del Vesuvio?

No, non c’è alcuna evidenza, sia in epoca storica che dallo studio delle eruzioni preistoriche, di una qualsivoglia correlazione tra le eruzioni di Vesuvio, Campi Flegrei ed Ischia. Nonostante ovviamente le tre aree abbiano la stessa origine geodinamica, e probabilmente condividano gli stessi sistemi di alimentazione magmatica profonda.

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