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Il boss Lo Russo scarcerato dopo 25 anni e subito arrestato: voleva scappare

Sottoposto a fermo Giuseppe Lo Russo, alias Peppe ‘o Capitone: è accusato di due omicidi commessi negli anni ’90. Era stato appena scarcerato.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Oggi aveva concluso di scontare 25 anni di reclusione, ininterrotti, per associazione camorristica, omicidio, estorsione e droga. Ma appena uscito dal carcere Giuseppe Lo Russo, alias Peppe ‘o Capitone, capoclan dell'omonimo gruppo di camorra di Chiaiano, ha trovato ad attenderlo la Polizia per la notifica di un fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia: è sospettato di essere coinvolto in altri due omicidi e, dalle indagini, è emerso che aveva intenzione di scappare una volta scarcerato.

Giuseppe Lo Russo, fratello degli ex boss e oggi collaboratori di giustizia Mario, Salvatore e Carlo, viene ritenuto dagli inquirenti ai vertici del clan disarticolato ma ancora influente a Chiaiano, Miano, Piscinola e Marianella, nella periferia nord della città; un gruppo di camorra storicamente attivo a Napoli: negli anni '80 era inquadrato nella "Nuova Famiglia", il cartello che si contrappose alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.

Il boss accusato di due omicidi

Peppe ‘o Capitone era stato in carcere senza interruzioni dal 24 luglio 1998 ad oggi, giorno individuato per il fine pena. Dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia sono emersi riscontri alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia che lo hanno indicato coinvolto nell'omicidio di Angelo De Caro, ucciso in via Gherardo Marone, a Miano, il 6 giugno 1990, e in quello di Pasquale Bevilacqua, assassinato il 6 febbraio 1991 in via Cupa Coppa di Chiaiano.

Per la Dda voleva scappare

La Dda ha emesso il fermo, per i due omicidi, aggravati dal metodo mafioso, anche ritenendo sussistente il pericolo di fuga: dalle indagini sarebbe anche emersa la volontà di Lo Russo di scappare e di far perdere le sue tracce una volta lasciato il carcere.

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