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Il boss De Martino portava bimbi in auto come scudo: temeva agguati dai clan rivali a Ponticelli

Gli uomini del clan De Martino minacciavano costringevano una ragazza a portare da loro la bimba che aveva avuto col figlio; agli incontri si presentavano armati.
A cura di Nico Falco
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Francesco De Martino, boss dell'omonimo clan di Ponticelli, Napoli Est, sapeva di essere nel mirino dei rivali e aveva paura di finire in un agguato di camorra. Per questo motivo, quando doveva andare a prendere la nipotina nel luogo convenuto, lo faceva soltanto a determinate condizioni: scortato da uomini armati o con altri bambini in automobile da usare come scudo. La circostanza emerge dall'indagine dei carabinieri, coordinata dalla Dda, che ha portato oggi, 1 luglio, all'arresto di 9 persone, ritenute legate al clan degli "XX" del rione Fiat; altre sette persone risultano indagate.

La nipotina prelevata con la forza

La bimba è nata da una relazione poi interrotta tra Salvatore De Martino, figlio di Francesco alias "Ciccio ‘o Pazzo", e una ragazza della zona la cui famiglia è totalmente estranea a contesti criminali. Il rampollo del clan, emerge dall'ordinanza, aveva imposto alla giovane di non legarsi a nessun altro in quanto pretendeva che nessun uomo facesse parte della vita della figlia.

La mamma della bimba, hanno ricostruito i carabinieri, veniva minacciata e picchiata quando non portava la figlia nella casa dei nonni paterni; era successo anche quando la piccola aveva meno di un anno e la madre non l'aveva accompagnata per motivi di salute. Nei primi mesi di vita i De Martino avevano imposto che i nonni materni portassero la bimba da quelli paterni tutti i giorni, tranne la domenica, e quando questo non avveniva, qualsiasi fosse il motivo, partivano le minacce, anche di morte.

In un caso, nell'estate 2022, la ragazza e sua madre erano state picchiate in presenza del padre della bimba e della madre di lui che teneva la nipotina in braccio. Dopo il pestaggio Francesco De Martino, mentre prendeva a pugni l'auto delle vittime, aveva ordinato di non andare a denunciare.

I bimbi in auto usati come scudo

Era stato proposto ai De Martino di andare loro a casa della madre della bimba per vedere la nipotina, ma questa soluzione era stata scartata per questioni legate a dinamiche di camorra: gli uomini del clan temevano, infatti, che lasciano la loro roccaforte, il rione Fiat, si sarebbero esposti troppo al rischio di un agguato. E proprio questa paura di finire sotto il fuoco dei killer aveva spinto i nonni materni a trovare scuse per non accompagnare la bimba a Ponticelli: arrivarono nuove minacce di morte, compresa una pistola puntata contro la madre della piccola.

Era stata trovata, quindi, la soluzione del parcheggio pubblico di Ponticelli, dove i De Martino arrivavano sempre scortati: nell'automobile dei nonni paterni c'erano dei bambini, che avrebbero dissuaso eventuali killer rivali ad aprire il fuoco, mentre altri affiliati in moto e in scooter, con le armi in vista, perlustravano l'area e le strade adiacenti.

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