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Il 5 aprile è il giorno di San Vincenzo ‘O Munacone, il santo venerato al Rione Sanità

Tra i santi più miracolosi della Chiesa Cattolica vi è il compatrono di Napoli, San Vincenzo Ferrer, ‘O Munacone venerato da sempre al Rione Sanità. Ancora oggi il quartiere del centro storico di Napoli è particolarmente legato al monaco domenicano. Perché? Ha fermato miracolosamente un’epidemia di colera in città.
A cura di Redazione Napoli
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La devozione a San Vincenzo Ferreri è molto sentita a Napoli e soprattutto alla Sanità, infatti la basilica di Santa Maria della Sanità che nacque come segno di devozione dei napoletani alla Madonna, è conosciuta come la chiesa di San Vincenzo ‘O Munacone (il monacone). Il Santo nacque a Valencia il 23 gennaio 1350 da una nobile famiglia. Durante tutta la sua vita, dopo essere miracolosamente guarito da una grave malattia, si impegnò molto per ricomporre lo Scisma d'Occidente poiché nel periodo in cui visse vi erano tre papi. San Vincenzo viaggiò costantemente per tutta l'Europa per predicare e convertire i peccatori.

All'interno della Basilica di Santa Maria della Sanità dove è conservata l'icona della Madonna più antica di Napoli, è custodita una statua di San Vincenzo Ferreri che secondo tradizione viene portata in processione per ringraziare il santo per aver protetto la città dall'epidemia di colera nel XIX secolo. Il santo è compatrono di Napoli insieme a altri 51 santi e è considerato tra i più miracolosi della chiesa cattolica. Durante il processo di beatificazione furono presi in esame 80 miracoli avvenuti per sua intercessione, egli stesso si definiva "l’angelo dell’Apocalisse".

Secondo la tradizione nel 1836 la statua fu portata in processione in occasione dell’ennesima epidemia da cui venne sconvolta la città e, grazie alla sua intercessione, il contagio terminò immediatamente e senza spiegazioni scientifiche. Da questo evento miracoloso, ogni 5 aprile giorno in cui si ricorda la sua morte, dopo la funzione presso la chiesa, vi è il caratteristico rito chiamato "trase e jesce", durante il quale la statua viene portata in spalla dai devoti che saltellando a ritmo fanno entrare e uscire per tre volte di seguito la statua all’entrata della chiesa.

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