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Il 25-26 ottobre 1954 l’alluvione di Salerno: 318 morti, 250 feriti e oltre 5mila sfollati

L’alluvione di Salerno del 25-26 ottobre 1954 fu uno dei più grandi disastri naturali dell’Italia postbellica: 318 morti, 250 feriti e oltre 5mila sfollati.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un'immagine di Salerno devastata dall'alluvione
Un'immagine di Salerno devastata dall'alluvione

L'alluvione di Salerno del 25-26 ottobre del 1954 fu uno dei più grandi eventi disastrosi dell'Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Appena tre anni dopo l'alluvione del Polesine, furono la città di Salerno e parte della Costiera Amalfitana a fare i conti con la furia dell'acqua: quasi 2.500 millimetri d'acqua caduti in 16 ore di pioggia consecutive, che causarono frane e alluvioni in tutta la zona, cambiando perfino la linea di costa per sempre e causando oltre 300 morti, 250 feriti e oltre 5mila sfollati.

L'inizio delle piogge torrenziali sulla Campania

Erano i primi anni post Seconda Guerra Mondiale, e l'Italia cercava come poteva di risollevarsi, dopo che il regime fascista l'aveva trascinata in una guerra che era costata quasi mezzo milione di morti (472.354 persone, di cui 319.207 soldati e 153.147 civili il conteggio ufficiale), e già si erano fatti i conti con i primi disastri naturali. Nel 1951, il "primo" del dopoguerra, c'era stata l'alluvione del Polesine, che aveva causato un centinaio di morti in tutta la zona del basso Veneto. Ma quello visto appena tre anni dopo a Salerno avrebbe fatto impallidire anche quel ricordo. La pioggia iniziò a cadere verso le 13 del 25 ottobre su tutta la Campania: la zona più colpita fu proprio la Costiera Amalfitana e Salerno, dove per 16 ore consecutive si abbatté una vera e propria tempesta, con oltre 150 millimetri di acqua di media oraria. Un dato che, seppur calcolato a posteriori, indica che nel giro di poco più di mezza giornata, caddero qualcosa come oltre 2400 millimetri d'acqua.

L'alluvione e le frane

Una furia d'acqua che portò all'esondazione, di fatto, di ogni torrente, ruscello o corso d'acqua presente in zona. E di lì a poco, all'alluvione si unirono le frane. Una spazzò via il villaggio di Molina ed il "Ponte del Diavolo", un'arcata dell'acquedotto divenuto ponte monumentale. I torrenti Boena e Cavaiola, in zona Cava de' Tirreni, portarono talmente tanto fango e detriti da cambiare la morfologia della vicina Vietri sul Mare, allungandone la costa: oggi, infatti, è l'attuale spiaggia della Marina, "allungata" appunto dall'alluvione.

Ma in generale fu quasi l'intera fascia costiera di Salerno a cambiare aspetto, talmente fu enorme la portata di detriti che arrivò da monti e torrenti. A Maiori ad essere travolti furono il centro storico, la parte alta del paese e diversi edifici lungo il torrente. I tronchi d'albero portati via dall'acqua "bloccarono" il torrente Reggina, facendo sì che questo distruggesse le fondamenta dei palazzi che sorgevano lungo di esso, facendoli crollare. Non fu risparmiata neanche Salerno città (estremamente diversa dalla città di oggi), che contò danni per miliardi di lire (dell'epoca). Poi, finita la furia degli elementi, fu il momento più doloroso: la conta dei morti e dei dispersi.

Il tragico bilancio dell'alluvione di Salerno

A Salerno città furono circa 102 le vittime, cui si aggiungono le circa 107 di Vietri sul Mare. Altre 37 le vittime a Cava de' Tirreni, stesso numero che a Maiori. Tramonti pagò il suo tributo in vite umane con 35 morti. Un bilancio totale di 318 vittime, cui si aggiunsero 250 feriti e oltre 5mila senzatetto, che si aggiungevano a quelli già causati dalla guerra. Ci fu chi lasciò per sempre la zona e chi, nonostante tutto, rimase. Il bilancio economico fu di 45 miliardi di lire di danni. A dare una mano per recuperare le vittime e cercare i dispersi fu l'esercito, cui furono affidati i soccorsi. Emblematica la foto che fece presto il giro del mondo sui giornali, con l'ambasciatrice in Italia degli Stati Uniti d'America, Ann Clare Boothe Luce, prima donna a ricoprire quest'incarico, immortalata mentre effettua un sopralluogo tra le macerie di una Salerno devastata dal fango.

L'ambasciatrice Usa accompagnata presso uno dei luoghi del disastro
L'ambasciatrice Usa accompagnata presso uno dei luoghi del disastro
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