video suggerito
video suggerito

Il 23 luglio 1930 il terremoto dell’Irpinia e del Vulture: oltre 1.400 morti e 100mila sfollati

Il 23 luglio 1930 un terremoto di 6.7 di magnitudo rase al suolo diversi paesi dell’Irpinia: oltre 1.400 morti, più di mille nella sola provincia di Avellino.
A cura di Giuseppe Cozzolino
66 CONDIVISIONI
Un'immagine del terremoto del 23 luglio 1930 in Irpinia. Foto: Archivio Federale Tedesco / Deutsches Bundesarchiv
Un'immagine del terremoto del 23 luglio 1930 in Irpinia. Foto: Archivio Federale Tedesco / Deutsches Bundesarchiv

Il 23 luglio del 1930 una violenta scossa di terremoto nel cuore della notte svegliò l'intera Irpinia, raggiungendo perfino Foggia, la Lucania e, sul versante tirreno, Napoli. Una scossa di 6.7 di magnitudo, talmente devastante che là dove fu registrato l'epicentro rase praticamente al suolo interi paesi: epicentro che venne registrato in Alta Irpinia, tra Lacedonia ed Aquilonia. Il terremoto, ricordato come terremoto dell'Irpinia e del Vulture, dal nome del vulcano spento che sorge in zona, fece oltre 1.400 morti e causò solo in provincia di Avellino circa 100mila sfollati. Alcune delle rare immagini di quel terremoto sono ora pubblicate sul portale dell'Archivio Federale Tedesco.

Era da poco passata l'una di notte (i sismografi oggi fissano all'1.08 l'orario esatto) quando la violenta scossa spezzò la dorsale appenninica dell'Irpinia: il bilancio fu da subito tremendo. A Lacedonia, Aquilonia e Villanova crollò oltre il 70% degli edifici, ma la scossa arrivò a fare danni consistenti anche fuori regione: in totale, furono colpiti 50 comuni in sette province diverse. A pagare il contributo più alto in termini di vite umane fu la provincia di Avellino, con 1.052 vittime, seguita da quella di Potenza (214), quella di Foggia (108), quella di Benevento (21), quella di Napoli (7) e quella di Salerno (2). I feriti accertati furono 4.264 feriti, mentre gli sfollati furono 100mila nella sola provincia di Avellino. I decessi sarebbero potuti addirittura essere maggiori se il terremoto non sono avvenuto in quei giorni in cui c'era la trebbiatura del grano: gran parte della popolazione, infatti, stava dormendo in campagna al momento del sisma, salvandosi così dal crollo degli interi centri abitati.

66 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views