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Il 17 febbraio 1861 la resa di Francesco II e la fine del Regno delle Due Sicilie

Il 17 febbraio 1861 Francesco II firmò l’armistizio con le truppe piemontesi e sancì la fine del Regno delle Due Sicilie. Un mese dopo nasceva il Regno d’Italia.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il 17 febbraio 1861 finiva il Regno delle Due Sicilie, con la resa di Francesco II (Re "Francischiello") che lasciò la fortezza di Gaeta ormai caduta in mano alle truppe piemontesi e la fuga a Roma a bordo di un piroscafo francese. Un mese dopo, 17 marzo 1861, il Parlamento ratificò il passaggio del Regno di Sardegna, guidato dalla dinastia di Casa Savoia, a Regno d'Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia.

Una data, quella del 17 febbraio, che sanciva il passaggio da un'era all'altra: la fine del Regno delle Due Sicilie e la nascita vera e propria dello Stato Italiano, iniziata pochi anni prima su iniziativa di Casa Savoia che assunse la guida dell'Unificazione, strappando prima la Lombardia all'Impero d'Austria-Ungheria, quindi annettendo le province emiliane e toscane, parte degli Stati Pontifici con l'eccezione del Lazio, quindi il grande Regno delle Due Sicilie, comunemente detto "il Reame". L'Unità ebbe prezzi altissimi (la perdita delle province di Savoia e di Nizza, passate alla Francia, e la Corsica tagliata fuori dai moti rivoluzionari), e si sarebbe conclusa solo cinquant'anni dopo, con le prese del Veneto (1866), di Roma (1871) ed infine Trento e Trieste (1918).

La resa del 17 febbraio 1861 avvenne dopo che l'esercito sabaudo prese la fortezza di Gaeta, dove Francesco II si era arroccato con il grosso delle truppe fin dal settembre 1860, quando dopo lo sbarco dei Mille a Marsala e la discesa dell'esercito piemontese dal nord, le truppe sabaude erano arrivate a superare il Volturno. Il 13 febbraio, l'assedio riuscì: le truppe sabaude riuscirono a prendere la roccaforte borbonica e misero fine al "Reame". La firma dell'armistizio avvenne il 17 febbraio, anche se si continuò a combattere nella cittadella Messina (che cadde il 12 marzo) e nella fortezza di Civitella del Tronto (presa solo il 20 marzo, tre giorni dopo la proclamazione del Regno d'Italia). De facto, tuttavia, la debellatio del Regno delle Due Sicilie avvenne il 17 febbraio 1861: non vi fu trattato di pace perché la guerra in quel caso si era protratta fino alla sconfitta totale del nemico (detta appunto debellatio nel codice di guerra) ed era finalizzata all'annessione dell'intero territorio, subito sancita da un plebiscito popolare. Alle truppe borboniche fu concesso di scegliere: o l'integrazione nel Regio Esercito, dove avrebbero mantenuto gradi e onori, oppure il congedo e l'esenzione alle armi. I più scelsero l'integrazione e fecero carriera: cinquant'anni dopo Armando Diaz, figlio proprio di un ingegnere navale (Ludovico Diaz) della Marina Borbonica entrato in quella italiana, sarà il "grande vincitore" dell'Esercito Italiano nella Prima Guerra Mondiale.

La Batteria Santa Maria subito dopo la capitolazione della Piazzaforte di Gaeta. Sullo sfondo, la Squadra Navale che aveva operato il blocco durante l'assedio. [Foto di Eugenio Sevaistre del febbraio 1861]
La Batteria Santa Maria subito dopo la capitolazione della Piazzaforte di Gaeta. Sullo sfondo, la Squadra Navale che aveva operato il blocco durante l'assedio. [Foto di Eugenio Sevaistre del febbraio 1861]
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