video suggerito
video suggerito
L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Il 16enne reo confesso per l’omicidio di Giovanbattista Cutolo era in carico ai servizi sociali

L’assessore al Welfare Trapanese: “I servizi sociali fanno il possibile, ma il contesto familiare spesso rema contro e tutte le azioni sono vane”
A cura di Pierluigi Frattasi
275 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il 16enne reo confesso per l'omicidio di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24 enne ucciso a colpi di pistola la notte di giovedì mentre era al pub con gli amici a piazza Municipio, era in carico presso i servizi sociali del Comune di Napoli. Il ragazzo, con precedenti per tentato omicidio e truffa, era seguito, infatti, a quanto apprende Fanpage.it, dagli assistenti sociali della II Municipalità che si occupano dei giovani dei Quartieri Spagnoli.

Trapanese: "Giorno triste per Napoli"

La morte di Giovanbattista, musicista di talento della Nuova Orchestra Scarlatti, ha sconvolto l'intera città. Oggi pomeriggio, migliaia di persone sono scese in strada per partecipare alla fiaccolata in ricordo di Giogiò e per chiedere giustizia.

L'assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese, commenta:

"È un giorno molto triste per la nostra città e per noi napoletani. Una storia dolorosa che deve spingere a delle riflessioni serie. Mi tormenta il fatto che sia successo proprio sotto il palazzo comunale. Come assessore alle Politiche Sociali e soprattutto come padre non posso fare a meno di ragionare sul fallimento che la nostra società e che noi adulti ci portiamo sulle spalle a discapito dei nostri giovani. C'è qualcosa di serio che non funziona nel nostro sistema educativo e sociale. Abbiamo bisogno di cambiare rotta, rivedere il sistema che abbiamo costruito. Scuola, comunità, centri educativi, servizi sociali…

Luca Trapanese
Luca Trapanese

E aggiunge:

Chi ne paga le conseguenze sono i nostri giovani, i nostri figli. Giovanbattista a piazza Municipio come anche Francesco Pio a via Caracciolo ci hanno rimesso la vita per questi errori. Non dovrebbe più succedere. Mi stringo al dolore della famiglia e degli amici di Giovanbattista. Viene da arrendersi e invece è il momento di essere uniti e di non abbassare la testa.

Il lavoro dei servizi sociali con i ragazzi a rischio

Ma qual è il lavoro dei servizi sociali con i ragazzi a rischio?

Senza entrare nel merito del caso specifico della morte di Giovanbattista, nel rispetto dell'indagine della Procura in corso, la procedura prevede che il ragazzo segnalato sia preso in carico da parte dei servizi sociali.

"Si cerca di lavorare sulla famiglia – spiega Trapanese – e se c'è qualche adulto che possa essere un punto di riferimento "sano". Poi si cercano strumenti collaterali: per prima la Scuola, poi le educative territoriali, centri diurni, la parrocchia, il dopo scuola. Tutto dipende anche dal ragazzo. I servizi sociali attivano una serie di azioni e coordinano e supervisionano. Fondamentale è anche il ruolo delle associazioni locali. Tutte queste azioni, però, sono legate all'obbligo scolastico e si sviluppano fino ai 16 anni. Quindi bisogna lavorare entro quest'età. Non è facile, perché se il contesto familiare è precario, può allontanare da queste azioni. Purtroppo per questi minori spesso vince il contesto e tutti gli interventi risultano vani".

275 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views