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I rapporti fra Vincenzo De Luca ed Elly Schlein sono al punto di non ritorno

De Luca attacca da giorni la segretaria nazionale Pd. Che incassa e tace. Ma la frattura è gigantesca e difficilmente riparabile.
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I rapporti fra Elly Schlein e Vincenzo De Luca sono al punto di non ritorno. La segretaria del Partito Democratico non replica agli attacchi ormai settimanali del presidente della Regione Campania ma è chiaro che il caso esploderà a breve in tutta la sua gravità e non occorrerà attendere le prossime Elezioni Regionali per il manifestarsi della faglia. Oggi De Luca ha sfoderato tutto il repertorio icastico, sarcastico e iperbolico; come si dice a Napoli «ha fatto il teatro». Il presidente della Campania ed ex sindaco di Salerno ha esordito parlando di un Pd «latitante sulla questione dell'autonomia differenziata» ma il vero tema è in realtà la questione del terzo mandato.

In sintesi: la maggioranza di Democratici non vuole De Luca candidato una terza volta, ma non vuole dirglielo chiaramente e attende che egli se ne faccia una ragione. Don Vincenzo non ci pensa nemmeno a mollare la presa: aspetta il congresso regionale per la conta di tessere e uomini a suo favore, a pesare come un macigno sulle decisioni del Nazareno. È una sciarada che mette in imbarazzo tutto lo staff della segretaria nazionale: ad ogni occasione pubblica, opportunamente pungolato De Luca non si tira indietro e spara battute su Schlein e su tutto il partito come manco il più cattivo esponente di centrodestra potrebbe.

La delucheide odierna è quella degna dei video che hanno reso famosa l'imitazione di Crozza: «Io ho i voti, a Roma c'è qualcuno che non ha neanche il voto della madre; non devo niente a nessuno e non ho paura di nessuno». E ancora, parlando dei mandati: «Quando il tema viene sollevato da gente che ha tre, quattro, cinque e persino sette mandati alle spalle di che parliamo? L'onorevole Schlein ha tre mandati: Parlamento europeo, Consiglio regionale dell'Emilia e Parlamento. Il tempo delle finzioni è finito. Lei è una cacicca ante litteram». Cacicco nel gergo politico non è affatto un complimento: serve a definire i politici come "capetti locali".

Si prevede un autunno teso: ‘o governatore annuncia una sua iniziativa politica per settembre, una "operazione verità": «In Campania – dice – il partito è stato preso in ostaggio». Uno dei primi risultati di queste tensioni potrebbe essere lo spostamento altrove della manifestazione contro l'autonomia differenziata che il Pd nazionale pensava di tenere a Napoli tra un paio di settimane, e che chiaramente in questo clima non potrà che tenersi altrove.

La frattura è gigantesca e in questo contesto il centrodestra guarda con interesse a ciò che accade: l'obiettivo è riprendersi Palazzo Santa Lucia dopo un decennio. La voce ricorrente è che ad ambire a questo ruolo sia Gennaro Sangiuliano, napoletano, attuale ministro della Cultura nel governo Meloni, fin dall'inizio del suo mandato presente a ogni evento regionale che si rispetti.

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