I primi 10 mesi del prefetto Michele Di Bari a Napoli: il bilancio tra emergenze e progetti

Dai casi delle Vele di Scampia e del Parco Verde di Caivano all’emergenza criminalità fino alle tante vicende su cui è stata necessaria una azione di raccordo e ascolto: il bradisismo flegreo, le questioni del lavoro, i comitati ordine e sicurezza: a fanpage.it il prefetto di Napoli Michele Di Bari traccia un bilancio di questi 300 giorni all’ombra del Vesuvio.
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Michele Di Bari
Michele Di Bari

«Sono prefetto di pensiero» dice sorridendo Michele Di Bari, classe '59, nato a Mattinata, in provincia di Foggia, dal novembre 2023 prefetto di Napoli. «Il primo tema? È la sicurezza» dice a Fanpage, nel colloquio per tracciare un bilancio di questi 300 giorni all'ombra del Vesuvio.
In realtà, scorrendo la lunghissima serie di comunicazioni che l'Ufficio territoriale di governo, dal suo insediamento, ha inviato ai media per documentare l'attività prefettizia, si ha la chiara percezione di un intenso impegno su vari fronti in città e nella sua popolosissima area metropolitana: dalle emergenze come criminalità, povertà e mancanza di lavoro alla predisposizione delle attività contro gli incendi boschivi e sul bradisismo flegreo. Fino ai "casi" più eclatanti di quest'anno ormai verso la conclusione: le orribili violenze al Parco Verde di Caivano e la tragedia del crollo alla Vela Celeste di Scampia. Proprio su quest'ultimo, visto che il quartiere a Nord di Napoli è stato di recente scenario d'un omicidio che Di Bari ci tiene a dire una cosa: «Quell'omicidio non deve offuscare assolutamente la primavera di Scampia».

«La tutela della pubblica e privata incolumità la priorità. Quel che dico sempre, anche nelle riunioni è: prima vengono le persone. La tutela delle persone passa anche, per esempio, da una grande attività in materia sociale che noi stiamo conducendo con il terzo settore, con la Chiesa. L'allargamento dei dormitori da parte del Comune, il 118 che sta facendo un lavoro straordinario la sera quando ci sono i tanti senzatetto. E ancora: siamo stati in grado di aumentare i drappelli negli ospedali per evitare, per prevenire le aggressioni al personale sanitario, tema sul quale noi abbiamo un'attenzione massima. Abbiamo non solo cinturato ma abbiamo soprattutto incrementato i tanti servizi di prevenzione presenti nelle stazioni di Napoli della città metropolitana».

Scampia e le Vele, la situazione dopo il crollo

«Le Vele non sono una bomba sociale se noi riusciamo a creare condizioni identiche a quelle che abbiamo sperimentato col Comune di Napoli nella Vela Celeste. Siamo stati in grado di insieme di creare un modello di un accompagnamento di circa 1.000 persone. Certamente per le altre 2 Vele, ci sono problemi di carattere strutturale e sulle quali non si può indugiare, però il governo nazionale, sensibile a Caivano ma sensibile anche a Scampia, nell'arco di 2 settimane ha adottato un provvedimento importantissimo che dà la possibilità agli abitanti di Scampia di usufruire di un contributo per autonoma sistemazione».

Il parco Verde di Caivano ad un anno dalle violenze

«A Caivano è stato messo in campo un possente intervento, un intervento sociale, un intervento di forze dell'ordine, anche urbanistico. Oggi ci sono strutture che  mesi fa non c'erano, ci sono interventi che stanno andando oltre tutto ciò che si era preventivato attraverso una realizzazione di possenti opere pubbliche al servizio della comunità caivanese».

Il caso delle violenze contro gli immigrati a Grumo Nevano

Gli ultimi episodi accaduti che sono stati denunciati segnano una svolta, la svolta che queste persone hanno denunciato i fatti in maniera dettagliata. Sono anche fiducioso di comprendere anche la radice, la matrice di tutto questo. Quando ho avuto notizia di queste situazioni accadute non solo a Grumo Nevano ma anche a Casandrino e altri comuni limitrofi, io immediatamente ho incontrato il sindaco e sono andato a Grumo Nevano.

Piazza Plebiscito a Napoli, il nuovo piano

«Prima di addentrarci su ciò che si deve fare, va fatta una pulizia straordinaria. Quella piazza deve entrare tra le priorità della bellezza di Napoli perché il progetto che c'è è davvero bello ma esige tempo. Noi possiamo fare molto e stiamo facendo molto. I tanti sentimenti che la bellezza porta dentro ci devono far capire che Napoli è una città straordinaria e piazza Plebiscito lo è perché è davvero la cartolina di questa città».

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