I livelli di smog a Napoli sono alti: polveri sottili e biossido d’azoto i primi problemi
Napoli (Ospedale N. Pellegrini, 57 pm10
Dovremmo camminare con le mascherine e non per un ritorno della pandemia, ma perché i livelli di inquinanti nell'aria a Napoli sono a livelli preoccupanti. Ormai le macchie rosse degli indicatori di salubrità dell'aria, presenti su ogni telefono cellulare, sono uguali a Milano come all'ombra del Vesuvio, sintomo del fatto che la questione si è aggravata e non è nell'agenda delle Amministrazioni locali e del governo. Ogni anno il rapporto "Mal'Aria" di Legambiente fornisce elementi sui quali discutere ma dopo un attimo di preoccupazione tutto purtroppo ritorna esattamente come prima.
Nel 2024, secondo il rapporto "Mal'Aria di città 2025" dell'associazione ambientalista, Napoli rientra – tra le poche al Sud – nella classifica delle 25 città più inquinate d’Italia. Con 57 giorni di sforamento dei limiti giornalieri di PM10, il capoluogo campano si colloca in una posizione allarmante. Non è un caso, non è una cattiva congiuntura: secondo Legambiente è un problema strutturale che richiede interventi immediati e mirati. Eccesso di trasporto su strada con furgoni che arrivano fin dentro il centro antico, dove ormai non c'è più una isola ecologica. Scooter che ormai hanno il permesso di transitare ovunque. Napoli è intasata di auto ogni giorno della settimana. E, infine, le grandi navi da crociera sempre in moto, anche quando sono attraccate, capaci di macinare tanto, troppo fumo. Queste, in sintesi le motivazioni macroscopiche. Veniamo ai dati: biossido di azoto (NO2) con sforamenti in varie centraline, idem le polveri sottili Pm10. Problemi soprattutto nel cruciale svio del Museo Archeologico, tra via Pessina, via Salvator Rosa, via Santa Teresa e in zona ospedale Santobono, al Vomero, piazza Medaglie d'Oro.
Le situazioni più critiche si registrano a Napoli che è insieme a,Palermo, Milano e Como. Qui è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. «Dobbiamo accelerare drasticamente il passo – avverte Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo». Il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo, rileva che «i dati del 2024 confermano che la riduzione dell'inquinamento atmosferico procede a rilento, con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all'ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l'economia". E ricorda che lo smog "è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, circa 50.000 i casi solo in Italia».