I funerali del carabiniere Francesco Pastore, morto nell’incidente a Campagna. Lutto a Manfredonia
Centinaia di persone sono rimaste ad attendere, davanti alla cattedrale di Manfredonia (Foggia), l'arrivo del feretro del maresciallo Francesco Pastore, 25 anni, morto nell'incidente stradale della tarda serata di sabato a Campagna (Salerno) in cui ha perso la vita anche il collega, l'appuntato Francesco Ferraro, anche lui pugliese e originario di Montesano Salentino (Lecce). Nei due comuni è stato proclamato per oggi il lutto cittadino.
I funerali di Francesco Pastore a Manfredonia
A celebrare le esequie, Franco Moscone, arcivescovo della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Il Comandante Generale dei Carabinieri, Teo Luzi, ha detto all'Ansa: "Non lo conoscevo personalmente ma chiedendo a tutti mi sono fatto l'idea di un ragazzo straordinario. Vedo una foto del papà carabiniere con il figlio carabiniere. Ed è una foto significativa. Era un ragazzo attaccato alla divisa. Tutte le massime autorità e migliaia di cittadini sono stati vicini ai due carabinieri e alle loro famiglie. La cattedrale stracolma dà il senso di quanto la gente ha partecipato al dolore. Dobbiamo riflettere su questo momento. Su questa terra possiamo fare poco per contrastare la morte ma possiamo fare tanto per lenire il dolore di queste famiglie. Ci vorrà tempo, anni. Ma non lasceremo sole le famiglie".
Pastore, così come il collega di pattuglia, era in servizio presso la Compagnia di Eboli (Salerno), a luglio era stato destinato alla stazione di Laviano e poi era stato trasferito a quella di Campagna. I colleghi e gli amici lo hanno ricordato come molto attaccato al servizio e perfettamente integrato nel nuovo ambiente e nei nuovi compiti a lui assegnati. Anche il padre del 25enne è militare dell'Arma: è appuntato scelto qualifica speciale presso il Radiomobile di San Giovanni Rotondo.
Incidente a Campagna, morti due carabinieri
Nello schianto sono rimaste ferite quattro persone: un terzo carabiniere, che era nell'auto di pattuglia insieme ai due militari deceduti, la 31enne alla guida del Range Rover che si è schiantato sull'auto di servizio, che viaggiava con una 18enne, e un 75enne che era alla guida di un'altra automobile, colpita dal suv dopo il primo schianto. La 31enne, N. L., era finita in manette nel 2019 e aveva patteggiato una pena di tre anni per reati di droga. È attualmente indagata per omicidio stradale; è risultata positiva ad alcol e cocaina, ma l'esito di questo secondo test dovrà essere confermato con un controesame.