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I fermati di Ponticelli traditi dai profili TikTok: nei video tatuaggi e sfottò tra i clan

Su TikTok gli sfottò e gli insulti tra i giovani camorristi di Ponticelli; il social determinante anche per identificare i responsabili della stesa del 2 luglio.
A cura di Nico Falco
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"Siete stati capaci di far mettere i giubbotti antiproiettile ai colombi". E, in sottofondo, l'audio di una risata. Il video, comparso su TikTok il 3 luglio, è la "risposta" del clan De Micco alla stesa che appena il giorno prima era stata messa a segno in viale Margherita, a Ponticelli, da appartenenti al clan rivale. Per quell'episodio, spari per 60 metri di pomeriggio e tra la gente, sono finiti in manette quattro affiliati ai De Luca Bossa, le indagini oltre a risalire ai responsabili hanno rivelato un altro spaccato di camorra: anche i gruppi di Napoli Est, così come quelli della periferia occidentale, hanno subìto la fascinazione di TikTok e usano la piattaforma come canale preferenziale per mandare messaggi e affermarsi sul territorio.

I fermi, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati eseguiti dai carabinieri questa mattina: tra i destinatari Emmanuel De Luca Bossa, 23 anni, Vincenzo Barbato, 24 anni, e Giuseppe Damiano, 20 anni. Sono stati incastrati dalla videosorveglianza, ma per le indagini si sono rivelate preziose le immagini pubblicate su TikTok. Quelle che loro stessi avevano caricati, sui propri profili: spulciando decine e decine di video, gli inquirenti hanno trovato le corrispondenze tra i tatuaggi dei sospettati e di quei giovani che erano stati ripresi dalle telecamere dopo la "stesa". Quarto destinatario dei fermi, anche un minorenne, che al momento è irreperibile.

A Ponticelli insulti e sfottò tra i clan su TikTok

E sono stati sempre quei profili a svelare l'affinità che ormai i giovani camorristi hanno col social cinese dedicato ai video. Una piattaforma di contenuti, un reality, come aveva spiegato pochi giorni fa lo studioso Marcello Ravveduto in una intervista a Fanpage.it. Un proprio, nuovo canale comunicativo con cui si azzera qualsiasi intermediazione e si può sì sfoggiare il lusso, per dare un'idea vincente di se stessi, ma anche lanciare messaggi e mostrare (o millantare) il proprio potere sul territorio.

Comunicazioni sfacciate, aperte. Come lo sfottò dei giubbotti antiproiettile ai colombi, che era comparso il 3 luglio, quindi un giorno dopo la stesa, su un profilo chiamato "unasolabandierabodo", che sarebbe appunto riconducibile ai De Micco e che svelerebbe anche le alleanze del clan: dallo stesso lato i De Micco, i De Martino, i Mazzarella. Dopo quel messaggio c'era stata anche la risposta: una nuova stesa, questa volta nel Lotto 0, in cui era stato ferito il 28enne Francesco Sorrentino.

I rapporti tra Emmanuel De Luca Bossa e Carmine d'Onofrio

Emmanuel De Luca bossa, figlio del capoclan ergastolano Antonio De Luca Bossa, alias Tonino ‘o Sicco, è considerato reggente del clan, massimo referente dell'organizzazione criminale in assenza del padre, dello zio, Giuseppe De Luca Bossa, del fratello, Umberto De Luca Bossa e della nonna, Teresa De Luca Bossa. Il ragazzo era il cugino di Carmine D'Onofrio (figlio illegittimo di Giuseppe), ucciso davanti alla fidanzata incinta: secondo gli inquirenti il giovane, che seguiva proprio le direttive di Emmanuel, era stato individuato dai De Micco come tra i responsabili della bomba messa sotto l'abitazione di Marco De Micco alias Il Bodo, quest'ultimo tra i fermati per quell'omicidio.

A Ponticelli duplice omicidio di camorra, si è costituito un uomo

Questa mattina due persone sono state uccise nel rione Fiat di Ponticelli: il 29enne Carlo Esposito, ritenuto vicino ai De Micco, e il 56enne Antimo Imperatore, quest'ultimo forse ucciso per errore perché si trovava in quella casa per lavori di manutenzione. Poco dopo il duplice omicidio un uomo si è costituito ai carabinieri, la sua posizione è al vaglio della Procura.

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