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I container di rifiuti stoccati in Tunisia tornano nel porto di Salerno

Tornano in Italia i container di rifiuti partiti da Salerno e stoccati in Tunisia, al centro di una inchiesta per traffico illegale. L’accordo siglato dalla Regione Campania.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Faranno ritorno in Italia, e per la precisione a Salerno, i container di rifiuti che da circa un anno e mezzo sono stoccati nel porto di Sousse, in Tunisia: la giunta regionale della Campania ha approvato lo schema di Accordo con la Provincia di Salerno e l'Ente d'ambito per il ciclo dei Rifiuti in provincia di Salerno, nato dalla collaborazione con le autorità tunisine; i container partiranno il prossimo 19 febbraio.

Secondo l'accordo siglato i container saranno poi spostati nell'area militare di Persano, dove rimarranno per il tempo strettamente necessario per le analisi, per poi essere trasferiti in impianti di trattamento finale fuori regione. Non sono previsti altri siti di stoccaggio o di analisi oltre quello di Persano. I container in esame sono quelli arrivati in Tunisia nell'estate 2020 e al centro di una indagine per traffico di rifiuti avviata nel novembre dello stesso anno: 282 container, partiti dal porto di Salerno e stoccati in quello di Susa.

L'inchiesta aveva portato all'arresto di 12 persone, tra cui un ministro e diversi funzionari, e al sequestro di 212 container di rifiuti; secondo le autorità tunisine in quei container non c'erano rifiuti del tipo dichiarato. Già nel dicembre 2020 la Regione Campania si era impegnata a riportare i rifiuti in Italia entro 90 giorni, promessa che però è stata poi disattesa. L'azienda proprietaria dei container, la Arkas, ha citato in giudizio per 10 milioni di euro la Regione Campania, l'Italia e l'azienda dei rifiuti.

In Tunisia i rifiuti erano arrivati in virtù di un accordo tra la Sviluppo Risorse Ambientali e l'azienda tunisina Soreplast per il conferimento e l'avvio al recupero di rifiuti classificati con codice Cer 191212, ovvero non pericolosi, prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti e comprendenti materiali misti. La Regione Campania, quindi, su indicazione del consolato tunisino a Napoli e della Sviluppo Risorse Ambientali, aveva inviato il dossier all'Anged, l'agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti. Secondo la Convenzione di Basilea, però, avrebbe dovuto rivolgersi al ministero dell'Ambiente tunisino.

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