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I clan contro i Sorianiello dopo la stesa al bar del boss Troncone: “Avete fatto una bella figura?”

Una intercettazione, agli atti nell’ordinanza, dimostra le capacità diplomatiche dei Troncone, difesi dai Frizziero e anche dai Saltalamacchia dopo gli spari davanti al bar riconducibile al boss Vitale.
A cura di Nico Falco
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Vitale Troncone
Vitale Troncone

La capacità "diplomatica" del clan Troncone era tale che, oltre a su quasi simbiosi con clan Frizziero della Torretta di Mergellina, il gruppo di Fuorigrotta poteva contare su un appoggio esplicito anche da altre cosche, come quella dei Saltalamacchia, che non si faceva scrupolo di schierarsi apertamente contro un gruppo comunque solido e strutturato come quello dei Sorianiello del Rione Traiano. Emerge dall'ordinanza eseguita oggi dai carabinieri contro i due clan dell'area Ovest di Napoli: 15 destinatari di custodia cautelare in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 3 di misure interdittive dell’attività imprenditoriale.

Il summit dopo gli spari a Fuorigrotta

La conversazione, citata nell'ordinanza, è stata intercettata in ambientale il 12 aprile 2021 nell'appartamento di Giuseppe Troncone, figlio del boss Vitale e considerato insieme a lui a capo del clan di Fuorigrotta. Pochi giorni prima, il 26 marzo, c'era stata una "stesa" davanti al bar di via Caio Duilio che, all'epoca, era di proprietà della famiglia Troncone, episodio attribuito proprio a quelli "della 99" del Rione Traiano, ovvero i Sorianiello.

Nell'abitazione ci sono Mariano Frizziero, dell'omonimo clan della Torretta, ma anche esponenti del clan Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli. Nel corso dell'incontro viene ribadito che l'atteggiamento dei Sorianiello non è stato gradito: "Avete fatto una bella figura?", "State in bocca a tutto Napoli che avete fatto le figure di mer…", "siete scesi a sparare queste botte in aria per mettere paura alla brava gente".

Gli accordi con gli altri clan

Significativo, nel corso dell'incontro, l'intervento dei Saltalamacchia. Che sono legati ai Frizziero ma non direttamente ai Troncone. Ma che dicono che, a loro, queste cose non piacciono. E che per loro conta il principio della territorialità: a Fuorigrotta comandano i fuorigrottesi, a Bagnoli i bagnolesi, "ognuno deve stare nel suo quartiere". Per il gip questo incontro è la prova che il clan Troncone era capace di rapportarsi anche con gruppi più forti, stringendo alleanze con clan che, in virtù di quegli accordi, potevano anche mettersi contro gruppi criminali di primo piano, come in questo caso i Sorianiello.

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