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Aumento di contagi Covid in Campania. È la variante Kp3, sintomi molto simili all’influenza

La variante Kp3 del Covid fa sentire la sua presenza in Campania: incremento dei contagi. L’invettivologo Perrella: “La vaccinazione resta cruciale”
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Siamo nel 2024 e il Covid-19 esiste ancora. L'affermazione non deve suscitare angoscia: dal momento dello spillover, ovvero il salto di specie che ha permesso al virus di evolversi e infettare e riprodursi sugli umani, gli epidemiologi e gli infettivologi sancirono che di Sars-CoV2 si sarebbe parlato a lungo negli anni a venire. È arrivata la pandemia, abbiamo vissuto anni difficili, sono arrivati i vaccini che hanno aiutato il mondo a uscire da questa fase. Ma il Covid esiste ancora. In misura minore, fortunatamente. Tuttavia occorre sempre fare attenzione, soprattutto per i soggetti fragili, immunodepressi e dunque a rischio.

L'Unità di crisi che fu istituita nel 2020 in Campania per il Covid-19 analizza ancora quotidianamente i dati e si confronta con la rete ospedaliera regionale e nazionale. Secondo i dati forniti a Fanpage.it dalla struttura afferente alla Protezione Civile della Regione Campania, dal 3 al 17 luglio 2024  i contagi sono in incremento, così come la percentuale di «primi positivi», ovvero rapporto tra tamponi effettuati e positivi al virus individuati.

Il tema è che ormai di tamponi Covid se ne fanno davvero pochi: non vi sono restrizioni che necessitano il certificato di negatività e sono pochi coloro che davanti a sintomi, in assenza di complicazioni, decidono di fare il test. Il 3 luglio la percentuale di positivi individuata in Campania era del 3,8. Mercoledì 17 è arrivata all'11,7, il 13 Luglio ha raggiunto il 14,5%. La linea di regressione, con una pendenza positiva, mostra chiaramente una tendenza all'aumento della percentuale di primi positivi nei giorni analizzati.

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L'analisi dell'infettivologo Perrella

Non vi è allarme, ma gli specialisti ovviamente dicono di fare attenzione. Lo spiega bene Alessandro Perrella, direttore dell'Unità operativa complessa Malattie Infettive emergenti ad alta contagiosità dell'Aorn Ospedale dei Colli: «La variante Kp3 appartiene alla famiglia Omicron del virus SARS-CoV-2. È meno patogena rispetto alle prime varianti, con sintomi generalmente meno gravi e una minore mortalità tra le persone fragili. La popolazione gode ora di un'immunità ibrida, dovuta a precedenti infezioni e alla vaccinazione, che fornisce una certa protezione, sebbene non totale».

I sintomi della variante Kp3 sono simili a quelli dell'influenza: febbre, tosse, difficoltà respiratorie, e in rari casi, perdita di gusto e olfatto. «La durata dei sintomi è paragonabile a quella di altre infezioni respiratorie, rendendo difficile distinguere il Covid-19 senza un tampone – spiega Perrella -. Il trattamento varia in base alla gravità dei sintomi e alle condizioni del paziente. Nei casi gravi, specialmente in anziani o persone con patologie preesistenti, è disponibile un trattamento antivirale specifico. Per la maggior parte delle persone, riposo e antinfiammatori sono sufficienti».

«Per prevenire l'infezione dalla variante Kp3 – continua l'invettivologo –  è fondamentale mantenere misure igieniche come lavarsi frequentemente le mani, usare mascherine in ambienti a rischio, ed evitare contatti stretti con persone infette. Chi è fragile o vive con persone fragili dovrebbe fare un tampone in presenza di sintomi. La vaccinazione rimane uno strumento cruciale. Le persone fragili dovrebbero vaccinarsi con il vaccino aggiornato durante la prossima campagna vaccinale, mentre per gli ultra fragili la vaccinazione è raccomandata immediatamente. Adottare misure preventive e seguire le raccomandazioni vaccinali può aiutare a ridurre il rischio di infezione e proteggere le persone più vulnerabili».

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