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I carabinieri arrivano per la perquisizione, lui lancia 160mila euro dalla finestra

È successo durante le perquisizioni disposte nell’inchiesta che vede indagato per corruzione Giovanni Zannini, consigliere regionale della Campania.
A cura di Nico Falco
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Immagine di archivio
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Quando ha visto i carabinieri arrivare, consapevole che stessero cercando proprio lui, non ha perso tempo: ha afferrato un pacco e l'ha lanciato dalla finestra. Tentativo di nasconderne il contenuto che si è però rivelato inutile: i 160mila euro in contanti sono stati recuperati. L'episodio è accaduto ieri, nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nell'ambito dell'inchiesta che vede indagate sette persone, tra cui Giovanni Zannini, consigliere regionale della Campania, Antonio Postiglione, dirigente della Regione Campania, e imprenditori. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, di corruzione, concussione, truffa e fatture per operazioni inesistenti.

Il pacco di soldi lanciato dalla finestra

L'uomo che ha lanciato il pacco di soldi non risulta iscritto, al momento, nel registro degli indagati, ma gli inquirenti hanno disposto la perquisizione anche nei suoi confronti perché le indagini dei carabinieri hanno appurato che Alfredo Campoli, uno degli imprenditori indagati, si recava spesso da lui per ritirare grosse somme di denaro, anche di circa centomila euro. Ieri, nel corso delle perquisizioni nelle case degli indagati e negli uffici del consigliere regionale, sono stati sequestrati supporti elettronici.

I pizzini per le nomine all'Asl di Caserta

Non sono stati invece trovati i fogli di carta su cui Zannini avrebbe indicato i nomi dei professionisti da nominare all'Asl di Caserta. I fatti risalgono ad un anno fa. Il consigliere regionale, è emerso dalle immagini delle telecamere degli uffici dell'Asl, ha consegnato quei "pizzini" ad alcune persone affinché li dessero ad Enzo Iodice, direttore sanitario dell'azienda ospedaliera.

Iodice, però, si era rifiutato e aveva fatto girare tra i dipendenti il messaggio di non parlare coi politici. Questo, ricostruiscono ancora gli inquirenti, aveva provocato la reazione di Zannini, che, supportato da Antonio Postiglione, dirigente della Sanità della Regione Campania (anche lui indagato), fece pressione sul direttore sanitario per indurlo a dimettersi; Postiglione paventò a Iodice il trasferimento in altre sedi, tra cui l'ospedale San Pio di Benevento, proposta che venne però rifiutata in quanto ritenuta una deminutio. Nel settembre dello scorso anno Iodice rassegnò le dimissioni.

Il presunto 007 con "notizie riservate"

I carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa, durante l'inchiesta, hanno ricostruito l'incontro tra Campoli e un uomo che si era presentato come esperto di rifiuti e che, dopo aver fatto delle domande all'imprenditore su Zannini, aveva detto che insieme avrebbero potuto fare "grandi cose" e si era detto pronto a consegnare delle chiavette usb contenenti notizie riservate. Campoli aveva però rifiutato. In quei supporti informatici ci sarebbero state delle informazioni sull'indagine che coinvolge Zannini e Campoli. Su questo episodio proseguiranno le indagini della procura sammaritana, mancano ancora i riscontri probatori, anche documentali.

La gita sullo yacht a Capri pagata dagli imprenditori

Zannini, è emerso dalle indagini, nel 2023 ha accettato una gita su uno yacht a Capri pagata dagli imprenditori Paolo e Luigi Griffo, che si erano rivolti a lui per risolvere un problema con la Regione per l'impianto di mozzarella di bufala che stavano realizzando a Cancello e Arnone (Caserta).

Il consigliere regionale ha ammesso di avere pagato all'armatore il conto della barca, di oltre 7mila euro, ma secondo la Procura lo avrebbe fatto soltanto dopo avere saputo di essere indagato. Intercettato mentre parla col fratello, l'armatore, parlando dello yacht pagato dai fratelli Griffo per Zannini, commenta "tanto quello è un reato che hanno commesso loro".

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