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“I cannoni borbonici del ‘700 di Napoli abbandonati all’aperto”, lettera al ministro Franceschini

Denuncia del Comitato Portuale Molo San Vincenzo: “Quei cannoni del XVIII e XIX secolo vanno recuperati e restaurati”
A cura di Pierluigi Frattasi
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I cannoni borbonici di Napoli, risalenti al XVIII e XIX secolo, abbandonati all’aperto, all’interno dell’area recintata del Molo San Vincenzo, alla mercé delle intemperie. A denunciarlo il Comitato Portuale Molo San Vincenzo di Napoli che ha scritto al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, per chiedere un intervento immediato. Il comitato ha documentato lo stato di abbandono degli antiche cannoni che difendevano le coste della città di Napoli, allora capitale del Regno di Napoli e poi di quello delle Due Sicilie, con diverse foto che mostrano l’attuale stato di abbandono dei cannoni e illustrazioni d’epoca che raffigurano i cannoni a difesa delle coste di Napoli. “Andrebbero coperti, custoditi in appositi luoghi e restaurati per essere poi eventualmente riposizionati sul molo o esposti”, sottolinea Carmine Meloro, presidente del comitato.

Lettera a Franceschini: “I cannoni di Napoli abbandonati al degrado”

Il Comitato Portuale Molo San Vincenzo di Napoli ha scritto una lettera al ministero dei Beni Culturali:

“Caro ministro Dario Franceschini – scrive – Le chiediamo un intervento concreto in merito alla questione dei cannoni di difesa borbonica della città presenti nel Piazzale San Vincenzo e accatastati in attesa di essere presi in affido ed essere rimessi in posizione o di trovare quantomeno un luogo pertinente dove poterli visitare e preservarli. Ci affidiamo a lei e agli altri enti preposti. Sui cannoni si possono decifrare le date del 1700 e del 1800, alcune di esse purtroppo, oggi, quasi illeggibili a causa del pessimo stato di conservazione”.

"I 20 cannoni – spiega Meloro – oramai sono arrugginiti ed abbandonati manufatti storici della marina borbonica a difesa della città dai rivoluzionari francesi. Tre di questi cannoni recano la data 1773 e due la data 1812, altre date sono illeggibili a causa del cattivo stato di conservazione dei manufatti. Riferimenti che danno una indicazione precisa sia sul sistema difensivo napoletano e dell'artiglieria dei Borbone. Noi chiediamo che siano custoditi all'interno del Museo del Mare, perché in questo stato non dureranno ancora per molto".

"Nella zona peraltro si trovano anche due relitti di epoca recente. Il Relitto dell’Ashanti Palm, a poca distanza del sito dove giace il Doris vittima di un incidente a mare nel 2004 ed inabissato, soprannominato l'olandese volante, verso sud ad un gomito del molo di S. Vincenzo, giace su un fondo che arriva a -36 metri il relitto di una vecchia nave a propulsione a vapore. Adibita al trasporto di oggetti orientali. L’Ashanti Palm affondò a Napoli il 18 novembre 1962, a causa delle avverse condizioni meteorologiche. La nave, lunga circa 220 metri, si presenta spezzata in tre sezioni, ed il sommo di profondità è sui 20 metri. Purtroppo danneggiata dalla costruzione del nuovo braccio del molo S. Vincenzo, quindi schiacciata dai tripodi della diga foranea. In alcune stive è possibile vedere ancora alcuni resti del carico. Anche se la profondità è vicina ai 30 e più metri in alcune parti, la penetrazione è molto suggestiva soprattutto nella parte centrale della stiva di enormi dimensioni".

“Il Molo sia ristrutturato, ma non destinato alla movida”

Il Comitato interviene anche sul destino del Molo San Vincenzo, attualmente chiuso al pubblico. “Quel molo – spiega Meloro – in passato era un isolotto poi collegato alla terra ferma e al Molosiglio. Noi abbiamo sollecitato finora l’apertura alla città di un luogo storico della città e della storia della marina borbonica, dove si trovava anche la prima carena di drenaggio d’Europa. Ma non siamo favorevoli a che venga destinato alla movida, con baretti e ristoranti, sul modello di Castellammare o di Torre del Greco. Il Molo nell’ultima violenta mareggiata del 2019 è stato fortemente danneggiato. Sono stati spostati addirittura dei quadrilateri di cemento che pesano tonnellate. Insediarvi attività di ristorazione non sarebbe semplice. Riteniamo poco opportuno anche costruire un parcheggio sotterraneo, perché il Molo è completamente da ristrutturare e i fondali vanno bonificati, in quanto vi è presenza di munizioni e bombe della prima e seconda guerra mondiale, oltre a due relitti storici, siti di immersioni subacquee”.

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