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Napoli, i camorristi rubavano dall’ospedale pannolini, carta igienica e detersivi. Il San Giovanni Bosco era il loro negozio personale

La camorra usava l’ospedale San Giovanni Bosco come un suo negozio personale. Dai pannolini per neonati ai detersivi: se serviva qualcosa si depredava il magazzino.
A cura di Cir. Pel.
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I camorristi affiliati al clan Contini erano così potenti nell‘ospedale San Giovanni Bosco di Napoli da poter anche disporre anche di quanto custodito nel magazzino della struttura ospedaliera partenopea. La circostanza emerge dall'ordinanza – che Fanpage.it ha potuto visionare – che ha dato il via alla maxi-inchiesta contro le infiltrazioni del clan nell'ospedale.

Tutto parte dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Teodoro De Rosa, che ha deciso di rendere dichiarazioni e aprire uno squarcio di luce intorno agli affari del clan, fornendo informazioni che si sono rivelate già importanti per l'inchiesta del 2019 sempre sullo stesso ospedale. Tira in ballo uno degli indagati che «aveva il potere di accedere al magazzino» dell'ospedale San Giovanni Bosco da quale venivano prelevati diversi materiali: i costosi pannolini per neonati, pacchi e pacchi di carta igienica, fogli A4 (le classiche risme usate per fotocopie e stampanti), nonché detersivi di vario tipo, di quelli usati per le pulizie negli ospedali. E dove finiva il bottino? Venivano utilizzati – dice il pentito – sia per «uso personale» degli affiliati del clan sia «per la rivendita a terzi». La camorra usava l'ospedale San Giovanni Bosco come un suo negozietto personale, dal quale rifornirsi o da usare come bancomat, alla bisogna.

Come si rubava dal magazzino dell'ospedale napoletano

Ma come si poteva rubare materiale dai magazzini dell'ospedale napoletano senza sollevare sospetti? In alcuni casi questo materiale veniva sottratto «senza alcun fittizio ordine o richiesta di reparto». In altri casi, invece, «se si trattava di merce protocollata», il gioco era semplice: veniva compilato un ordine fasullo, «con l'ausilio dei medici o delle capo sala del reparto che firmavano le richieste», dice il collaboratore di giustizia.

Dunque il clan era pervicacemente in azione per mantenere il controllo su ogni affare in entrata e in uscita dell'ospedale. Avere un ospedale sotto controllo serviva,  come si legge nell'atto della gip Federica Colucci, che ha firmato le 11 misure cautelari in carcere per 11 affiliati ai Contini, anche per creare falsi sinistri stradali con i quali truffare le assicurazioni.

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