“Ho un kalashnikov arrugginito, va come il vento”: le intercettazioni sul voto di scambio a Capaccio-Paestum

Quel Kalashnikov è praticamente indistruttibile: è tutto arrugginito, il calcio è marcio, è nascosto sottoterra ma "va come il vento". E poco importa quale siano le condizioni, tanto "non ci devi andare a ballare", basta che funzioni. Dialogo intercettato tra Domenico e Vincenzo De Cesare, padre e figlio, e Antonio Cosentino, tutti indagati nell'ambito dell'inchiesta che è sfociata nei 10 arresti eseguiti ieri dalla Dia: 6 in carcere, gli altri quattro ai domiciliari. Perno, un presunto patto elettorale tra l'ex sindaco Franco Alfieri (raggiunto da nuova misura cautelare ai domiciliari) e l'imprenditore Roberto Squecco, già condannato in via definitiva e ritenuto legato al clan Marandino (misura in carcere): sul piatto ci sarebbe stato il sostegno alle elezioni del 2019 e, in cambio, atti comunali favorevoli sulla destinazione del lido Kennedy, struttura balneare riconducibile a Squecco.
Il kalashnikov marcio, "Mica ci devi andare a ballare?"
Le intercettazioni, agli atti nell'ordinanza, risalgono al 25 novembre 2023. I tre (tutti raggiunti da misura cautelare in carcere) parlano di varie armi, compresa la penna-pistola, calibro 22. Un solo colpo, ma è comunque molto pericolosa: la pallottola, dicono "cammina addosso, non esce. Uno che gliela butti nella gamba se la trova in gola…".
Antonio Cosentino dice poi di avere "trenta, quarantamila euro" di armi, compreso "quel coso mangiato". Subito dopo spiega che si tratta di un Kalashnikov, che sarebbe nascosto in un terreno e che, nonostante sia esposto alle intemperie e in pessime condizioni, continua a funzionare perfettamente. "È tutto arrugginito – dice – però va. Va come il vento".
Domenico De Cesare insiste, a più riprese, perché lo faccia aggiustare, ma Cosentino non ci pensa nemmeno. Non gli interessa che, come dice, il calcio sia "mangiato", ovvero marcio, e che l'arma stessa sia arrugginita: "Ma non ci devi andare a ballare! Non è una macchina". E l'altro: "No, io le cose le devo tenere sistemate". Quando Vincenzo De Cesare gli ribadisce l'intenzione di provarlo, Cosentino risponde: "Va. Lo prendi da terra, stesso dal fango. Premi e quello fa ta ta ta ta ta…".
"Le armi non si vendono mai"
In un altro dialogo, captato il 10 gennaio 2024, i tre parlano ancora di armi, di quelle che dicono di avere nascoste e dell'opportunità di venderle. E Antonio Cosentino espone la sua teoria: le armi non devono essere mai vendute, e non solo perché poi è difficile trovarne altre. Il motivo è un altro: "È capace che la dai a qualcuno che neanche a farlo apposta…".
"Che lo tieni per nemico", conclude la frase Domenico De Cesare. Ma Cosentino prosegue: "No a lui, ma potrebbe dare a qualcuno che lo tieni pure per nemico". In sostanza, il rischio è di avere armato un rivale e di venire uccisi con la propria pistola.